sabato 4 aprile 2020
La prima conferma è arrivata ieri pomeriggio: la pandemia da Covid-19 avrà un effetto devastante sui mercati del lavoro del mondo occidentale. Nel mese di marzo, il Job Report segnala che negli Stati Uniti sono stati bruciati 701mila nuovi posti di lavoro non agricoli e che il tasso di disoccupazione è balzato al 4,4% (dal 3,6% precedente). Il dato è incredibilmente peggiore delle attese degli analisti, che stimavano una flessione di 100mila posti di lavoro, e rappresenta il primo calo degli occupati in USA dal 2010 dopo ben 113 mesi consecutivi di rialzi dell'occupazione. Purtroppo, è solo l'inizio: il Rapporto registra l'andamento del mercato del lavoro fino al 15 marzo, prima che la gran parte degli americani fossero costretti al lockdown. Inoltre soltanto nell'ultima settimana di marzo oltre 6 milioni e mezzo di persone, pari al 3,65 per cento della forza lavoro statunitense, hanno fatto domanda per il sussidio di disoccupazione: alla fine della discesa, il tasso di disoccupazione della prima economia del mondo rischia di avvicinarsi al 10%. In Italia, dovremo attendere maggio per conoscere i numeri del mercato del lavoro di marzo. Ma gli oltre 2 milioni di lavoratori autonomi che in soli due giorni hanno fatto richiesta del bonus da 600 euro e gli oltre 1,9 milioni beneficiari della Cassa Integrazione Ordinaria "Covid-19" danno già oggi un'idea delle dimensioni dello choc che il nostro mercato del lavoro sta subendo. Non solo per il livello di disoccupazione che raggiungeremo, partendo da un tasso pre-crisi pari a quasi il triplo di quello americano, ma soprattutto perché la flessibilità del nostro mercato del lavoro è storicamente assai inferiore. Di conseguenza è facile prevedere che nel day after l'economia italiana sarà capace – in rapporto a quella americana – di ricreare meno posti di lavoro e meno rapidamente. Di fronte a questa prospettiva, è fondamentale che le misure di sostegno del governo al mondo della produzione non si limitino all'emergenza e all'assistenza: è assolutamente necessario gettare in parallelo (e non in sequenza, secondo la prassi di lavoro delle Pubbliche Amministrazioni) le basi per la ripartenza. L'allentamento dei vincoli europei consente finalmente di poter osare: il prossimo Decreto dovrà contenere provvedimenti coraggiosi per favorire non solo la continuità aziendale, ma anche la possibilità delle imprese di crescere e di assumere. Sono indispensabili, in particolare, misure per abbattere il cuneo fiscale delle assunzioni di under-35 e per incentivare la crescita patrimoniale delle nostre imprese. Perché solo uno sforzo straordinario a supporto della Produzione e del Lavoro potrà garantire davvero la tenuta sociale del Paese.
www.francescodelzio.it

@FFDelzio
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: