Con l'inizio del nuovo anno scolastico si riapre il dossier delle non poche questioni pensionistiche che gravano sul personale della scuola. I problemi creati dalla riforma e che si trascinano irrisolti dall'ormai lontano 2012, anche con la giustificazione dellamancanza di risorse, hanno condotto ad un preoccupante invecchiamento del corpo dei docenti e degli altri 200 mila tecnici e ausiliari della scuola. Una situazione che non muterà neanche dopo il "concorsone", il piano di assunzioni, sulla carta, di 15 mila nuovi docenti. Anche i vincitori prossimi assunti in ruolo hanno però un'età di rispetto, avendo tutti attraversato molti anni di precariato.Quota 96 (il gruppo di docenti, giunti oggi alla soglia dei 65 anni di età, semplicemente ignorati fra quanti avevano diritto ad essere esclusi dalla riforma) appare sempre più come una promessa che resterà incompiuta, malgrado apprezzate iniziative ancora in corso in Parlamento. Il tempo gioca ormai a sfavore degli interessati, che anno dopo anno si riducono di numero poiché accedono al pensionamento avendo maturato nel frattempo i requisiti della riforma. Anche con una beffa: i quota 96 che hanno raggiunto la pensione ordinaria da questo settembre hanno subìto, a differenza degli anni scorsi, un calcolo più sfavorevole dell'assegno mensile, con una riduzione dell'importo tra i 100 e i 300 euro secondo la situazione personale, a causa dei più bassi coefficienti di trasformazione applicati per la prima volta nel settore della scuola da questo settembre. In cantiere. Diversi gli interventi sulla previdenza offerti dal Governo che potrebbero entrare nella prossima legge di stabilità. Nel bollettino dei lavori in corso si alternano ai primi posti provvedimenti differenti, secondo la prevalenza dei "pro" e dei "contro". Più interessante, per il personale della scuola, è la proposta di abolire le ricongiunzioni onerose e consentire, senza alcun requisito preliminare, il cumulo gratuito dei periodi contributivi versati in enti diversi (che già registra un convinto apprezzamento dell'Inps). È bene che il provvedimento, favorevole per i lavoratori sotto ogni aspetto, sia accompagnato da alcune misure accessorie, per la chiarezza e la semplificazione delle norme. In primis l'efficacia universale dell'abolizione degli oneri di ricongiunzione, da non limitare a particolari categorie di pensionandi. Da specificare anche gli effetti sulla "totalizzazione" (che ora appare un inutile doppione), sul "cumulo doc" (oggi utilizzato sostanzialmente da chi ha solocontributi giacenti presso l'ex Inpdap), sulle rate di quanti hanno pagamenti in corso ed altro ancora.
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