Quelli che... non capiscono, e lo fanno sapere a tutti. Ieri, su «Repubblica» Marco Trabucco, da Torino, riferisce che il cardinale Poletto ha ricordato ai fedeli il dovere dell'accoglienza verso gli immigrati e insieme quello dell'annuncio del Vangelo a tutti, compresi i «musulmani»: «La fede non si impone, ma si propone, con rispetto e delicatezza, con i fatti prima ancora che con le parole». È, del resto, mandato di Gesù Cristo. Ovvio. No! Trabucco salta su e va a pescare, nientemeno a Palermo, alcune parole dell'arcivescovo, card. De Giorgi, sostenendo che questi la pensa «molto diversamente». E cita: il dovere dell'accoglienza, il rifiuto di «ogni manifestazione di razzismo, xenofobia e rifiuto». Parole «diverse»? Annunciare il Vangelo è forse «razzismo, xenofobia e rifiuto»? Non capisce, Trabucco, e scrive tutta la sua incompetenza. Complimenti! In coppia. Sempre «Repubblica», ieri: fa l'esordio annuale - 2003 dopo Cristo (per ora, ndr) - il prof. Odifreddi. Sul tempo, e ce l'ha con il fatto che è misurato con riferimento alle «ricorrenze principali della mitologia della Chiesa». Lui prova a spiegarle: Natale, Epifania, Quaresima, Pasqua... Poi scivola sulla Pentecoste: «fu adottata dai cristiani per commemorare l'ascensione di Cristo». Confuso, ma tiene a farlo sapere a tutti. E chiude in bellezza, auspicando finalmente «un giorno in cui l'umanità... sappia trovare un calendario universale che ricordi l'unità della ragione». Perché no? Si potrebbe cominciare dalla nascita del professore. «Prima di Odifreddi... Dopo Odifreddi». Suona bene, e mette allegria!
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