Sono contento quando le mie rilevazioni sull’informazione ecclesiale in Rete non dicono di un tema emergente, ma di una varietà di “fuochi”. Ciò mi distoglie dal vedere prevalentemente all’opera le “tentazioni” del “pane in pietra” e della “pietra in pane” – secondo la più efficace tra le definizioni che papa Francesco, chiudendo il Sinodo, ha dato di quei radicalismi che non consentono al volto pluriforme della Chiesa di lasciarsi ammirare.Dunque, accanto al “Francesco feriale” e al suo bel 18% di link, e all’“intersinodo” con l’8%, ecco tanti altri argomenti guadagnarsi, con giusta ragione, un 5% ciascuno di cyberspazio – limitatamente alla minuscola galassia su cui ho puntato il telescopio.Ci sono la denuncia della Chiesa per le violenze inaudite dei narcotrafficanti in Messico; la discussione su scuola e teorie del gender, rinfocolata dalla lettera della curia milanese agli insegnanti di religione; le cronache delle Assemblee della Cei e, sorprendentemente, dell’episcopato Usa; musica e Chiesa, da Patti Smith alla colonna sonora del Conclave e dal maestro Bartolucci a un musical guadalupano. Anche in questo mosaico ho incontrato, qua e là, un tozzo di “pietra in pane” e qualche boccone di “pane in pietra”: a voi indovinare dove.Io preferisco portarvi sul blog di padre Piero Gheddo [ http://tinyurl.com/o7jgwl3 ], dove il noto missionario-giornalista riprende la parola, dopo un mese e sollecitato da tanti, per dirci, con semplicissima umanità, che… ha 85 anni. È caduto, è stato in ospedale e poi in una di quelle case-infermerie che tutte le famiglie religiose hanno; gli è rimasto un gran mal di schiena e in più altri malanni lo tormentano.Quanti di noi hanno uno o più familiari nella quarta età? È toccante pensare al forte p. Gheddo come a uno di loro, e invito chi può a fargli, sul blog, un’affettuosa visita. Riceverà in cambio, ancora una volta, una sua preziosa testimonianza.
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