La programmazione di Real Time (canale 31 del digitale terrestre e 160 di Sky) è abbastanza particolare. Qualcuno la definisce "pop" (se non addirittura "ultrapop") secondo un aggettivo tornato prepotentemente di moda. Che poi non vuol dire altro che "popolare", sia pure mediato dall'inglese "popular". Sempre più spesso a proposito di televisione si parla di "programmi pop". Un tempo si diceva "nazional-popolari", anche se forse non era la stessa cosa. Così come il significato di "pop" non corrisponde oggi a quello che negli anni Settanta si usava per aggettivare un certo tipo di arte o di musica. Può sembrare una questione di lana caprina, tanto per rimanere sui modi di dire. In realtà serve a dimostrare che il significato di "pop" è ora un po' meno positivo del passato e che per questo si addice a gran parte dei programmi di Real Time, a partire dai docu-reality come Vite al limite e La clinica per rinascere, ma anche Alta infedeltà o show come Primo appuntamento e Take me out. "Pop", ma forse con intento diverso, sono pure programmi d'importazione come Famiglie ritrovate di cui mercoledì scorso alle 21,10 è iniziata la nuova serie. Si tratta della traduzione del format originale americano Long lost family che racconta di figli adottati che cercano, una volta adulti, di conoscere la madre biologica. I presentatori di tutte le edizioni sono Chris Jacobs e Lisa Joyner, a loro volta figli adottati che a un certo punto della loro vita hanno incontrato i veri genitori. Tra le ultime storie raccontate, quella di Kristin, californiana, 42 anni, che ha scoperto di essere stata partorita da una tredicenne, e quella di Joey, texano, 46 anni, che vuole incontrare la madre naturale, ma ha paura di non essere accettato perché gay. Se dunque l'intento può anche essere positivo, è la realizzazione che lascia a desiderare, per di più peggiorata nella versione italiana dal solito approssimativo doppiaggio recitato. Tutte le storie vengono raccontate allo stesso modo: il colloquio con il figlio che cerca la vera madre, le ricerche, l'individuazione e il colloquio con la madre. Infine, l'incontro, piuttosto costruito e molto poco naturale, durante il quale i protagonisti piangono tutti allo stesso modo.
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