Con la fiction Blanca la Rai fa un passo in avanti. Da tempo si chiedevano segnali di novità e questa volta sono arrivati. La serie di Rai 1 prodotta con la Lux Vide (in onda il lunedì in prima serata), pur senza rinunciare a qualche luogo comune, utilizza linguaggi nuovi per raccontare, in modo originale, la storia di una giovane non vedente che aspira a diventare consulente della Polizia grazie ai suoi poteri uditivi.
Quello che Blanca (Maria Chiara Giannetta) non vede, ma sente e immagina isolandolo dal contesto, noi telespettatori lo vediamo. Il fatto stesso di scegliere una protagonista cieca, ispirandosi al romanzo omonimo di Patrizia Rinaldi, è già una scelta non convenzionale. Ancor più lo è il registro ironico con cui viene trattata anche la disabilità e il tema forte dell'inclusione lavorativa.
Mentre una Genova ambivalente diventa coprotagonista con il crollo del Ponte Morandi, il nuovo viadotto e le case colorate di Camogli. A tenere su la vicenda il classico giallo da risolvere, ma anche il passato più o meno misterioso dei protagonisti. Sullo sfondo del primo episodio (tra i sei previsti, conclusi in sé, con la regia di Jan Maria Michelini e Giacomo Martelli) anche il rapporto genitori-figli. Maria Chiara Giannetta, con la consulenza di Andrea Bocelli, è una cieca convincente. Accanto a lei (conosciuta per il ruolo del capitano in Don Matteo), oltre a Giuseppe Zeno (ispettore Liguori), una menzione la merita il cane guida Linneo (nella realtà un pit-bull femmina).
Numerose le frasi ad effetto. Una su tutte: «La vita non è aspettare che passi la tempesta, ma imparare a ballare sotto la pioggia». Per questo a Blanca piace scendere in strada durante i temporali. E giustamente la sua migliore amica chiosa: «Il tuo problema non è che sei cieca, è che sei matta».