Ancora David Maria Sassoli, ancora. Perché il suo “miracolo politico” più vistoso si realizza con la morte. Non era certo il politico più fotografato e chiacchierato, televisivo e presente nei tg. Eppure... Bastino queste due brevi annotazioni. Chiara Giannini (“Giornale”, 14/1): «È riuscito a riunire anche gli avversari politici nel giorno in cui tutta Italia gli ha reso omaggio». Mario Ajello (“Messaggero”, 14/1): «È riuscito nel miracolo di riunire anche gli opposti». Gli “opposti” si riuniscono attorno a Sassoli e parlano delle elezioni del Presidente, com'è inevitabile. «Perché ora serve lo spirito Sassoli» (“Stampa”, 14/1) è il titolo del commento di Francesca Schianchi. Non è un refuso: “spirito Sassoli”, non “di” Sassoli. Spirito nel senso di metodo e stile. Schianchi cita Gianni Letta, sullo sfondo Silvio Berlusconi. Eccolo dunque lo “spirito Sassoli” da applicare al Quirinale: «Rinunciare alle convenienze di partito o addirittura di corrente, superare polemiche e attriti, mettere da parte le divisioni del quotidiano per individuare il nome che davvero possa diventare il rappresentante di un intero Paese». «“Al Quirinale uno come lui”» (“Repubblica”, 14/1) è il titolo al servizio di Francesco Bei dalla camera ardente: «La politica e i politici, spesso distanti, cinici, sovente mediocri, talvolta impresentabili, per un giorno sembrano diversi». Ecco, bisognerebbe transitare rapidamente dal “sembrare” all'“essere”. Sarebbe il vero “miracolo”... Ribadisce Luca Natiffi, consigliere politico di Sassoli, intervistato da Paolo Conti (“Corriere”, 14/1): «L'addio che ha ricevuto è senza precedenti, per un politico». Uno dei suoi segreti: «Non ti camminava mai avanti, ma sempre a fianco». Una conferma autorevole arriva da un giornalista amico della prima ora di Sassoli, Pio Cerocchi (“Messaggero”, 14/1): «Era una persona orizzontale. Mai un atteggiamento di superiorità, mai una deroga alla sua umiltà». Un Sassoli per il Quirinale cercasi disperatamente.
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