venerdì 5 giugno 2020
Mi viene chiesto praticamente sempre, ogni volta che mi trovo a parlare di poesia, il mio primo amore, se "La poesia salva la vita". La domanda, ormai diventata più una frase fatta da adoperare obbligatoriamente in certi contesti, è estremamente imbarazzante. Da parte mia rispondo che no, la poesia non salva la vita. Allora avverto delusione, e spesso, da poeta, mi sono sentito come un parroco che smentisce la fede cristiana. Ma ecco il punto. La poesia, la sua tradizione, le sue innovazioni, le sue provocazioni, hanno in comune una traccia di quanto san Giovanni, all'inizio del suo Vangelo, enuncia in unità con Dio. In questo, ci fornisce le coordinate, attraverso una lunga pratica, per avvicinarci a una Salvezza che non è mai solo parola. Tanto che grande è la sequenza di poeti della massima caratura che ne hanno diffidato, o che l'hanno praticata con amore ma anche con sospetto. Possiamo dire quindi che alla poesia manca qualcosa per salvarci, ma quel qualcosa è massimamente esperta a indicarcelo. Per questo la sua pratica è, come la preghiera, sì salvifica, ma non sufficiente. Ricordando allo stesso tempo che, senza la poesia, la vita è ben povera cosa. La poesia, infine, potremmo dire che è il laboratorio attraverso il quale si impara che la vita merita di essere salvata.
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