La sensibile è quella nota che in una scala musicale fa provare un senso di instabilità, provvisorietà, ricerca di un punto fermo su cui appoggiarsi. Il punto di appoggio della sensibile è la nota successiva, che si chiama tonica. L'instabilità, nella recentissima rassegna musicale più famosa del Paese, può essere rappresentata da un tizio che entra sul palco e fa il rap cantando con gli occhi, su una carrozzina, in mezzo a tubicini colorati che lo aiutano a respirare. È l'ormai ben nota storia di Paolo Palumbo, 22 anni, sardo, affetto da Sla. Compone rime attraverso gli occhi e un computer diventa la sua voce. Canta così ed emoziona non perché ha una malattia malvagia come la Sla. Emoziona perché ha qualcosa di importante da dire e penetra come una lama nel cuore di chi ascolta. «Avete impiegato bene il vostro tempo? Avete detto "ti voglio bene" a chi volevate? Il tempo che abbiamo a disposizione è poco e prezioso, vivetelo intensamente e con altruismo. Date al mondo il lato migliore di voi e vedrete che le cose andranno meglio». All'emozione del momento, al retaggio teso verso un certo pietismo mediatico, agli sbadigli e gli scuotimenti di testa riferiti a certe stonature o forzature sopportate fino a quel momento davanti alla tv, mi si accende una luce dentro. Aver fatto partecipare Paolo come ospite di una serata sanremese, senza trasformare il suo intervento in uno dei soliti piagnistei cui siamo abituati da anni in tv quando si parla di malattia, disabilità, diversità o semplicemente difficoltà, è stato luce intensa.
La sensibile è una nota dissonante rispetto all'accordo della scala maggiore e, se non risolve, il tutto rimane precario, sospeso. Non si sa da che parte andrà a finire quella armonia il secondo dopo. La musica parla senza filtro alcuno, gioisce come un accordo maggiore o soffre come uno minore. Paolo è la sensibile instabile, provvisoria, che cerca continuamente il punto fermo su cui appoggiarsi. Lo trova e lo insegna a tutti noi in un attimo. Potenza della lirica, dove ogni dramma è un falso, cantava Dalla. Potenza della debolezza, dove ogni vita è un dono, ci insegna Paolo.
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