domenica 26 ottobre 2014
Possiamo, senza alcun dubbio, chiamarla “la risata del secolo” per l'importanza e l'autorevolezza del suo Autore, per il luogo in cui si è manifestata, per il motivo che l'ha scatenata, per l'eco avuta sui mezzi di comunicazione e infine per la sua durata: cinque giorni. Non è stato il consueto sorriso di cortesia di un sindaco dopo le nozze da lui «benedette» (La Stampa) in Campidoglio, ma una vera, irrefrenabile, irresistibile risata a bocca spalancata proprio del Sindaco di Roma. È apparsa per la prima volta domenica 23, in foto di grandi dimensioni, sulle prime pagine del Tempo, di Repubblica, della Stampa e in quelle interne del Corriere della sera, del Fatto Quotidiano, di Libero e del Giornale. La si è ritrovata tutti i giorni da martedì 21 su Libero e Repubblica, a mercoledì 22 su Libero e Il Tempo, giovedì 23 su Repubblica e Il Tempo e a venerdì 24, a conclusione, su Repubblica con il Sindaco in mezzo a 44 persone tutte gay, a coppie e con in braccio i figli, che però non sembravano partecipare a tanta gayezza. Pareva la festa di una grande famiglia attorno al patriarca onniridente che profetizza: «Questo è un atto d'amore» (La Stampa). In basso, sulla foto, apparivano anche le teste di nove fotografi, dieci con quello che aveva ripreso tutti. Il Sindaco della macro-risata è, ovviamente, Ignazio Marino, che in tal modo, sordo ai rimproveri del Prefetto (suo superiore tra pubblici ufficiali) e alle esortazioni di personalità civiche, politiche e religiose e di tanti cittadini, ha così immortalato le sedici nozze tra persone dello stesso sesso. Sedici trascrizioni di matrimoni gay: che c'è tanto da ridere? Un tempo i nostri padri dicevano che “risus abondat in ore…”. Ma quel tempo, si sa, era Medio Evo.P. S. – Giovedì, alla Nuova Fiera di Roma, si è svolta nel salone del “For Wedding 2014” la prima sfilata di alta moda omosessuale. «L'abito bianco diventa rainbow» (arcobaleno) titolava la Repubblica martedì 21. Saggiamente aggiungendo, però: «Così la moda trasforma i diritti in business». Anche le risate.GUIDO GOZZANO INSEGNATitoli di Libero (domenica 19 e martedì 21), in prima e in decima e in quattordicesima pagine intere: «Bergoglio ha perso il Sinodo?» e «Bergoglio scansa la sconfitta». Più che la contraddittorietà e la sciocchezza che si aggiungono a quelle del suo libro “Non è Francesco” (il Papa non è papa, è Benedetto), ciò che soprattutto addolora è la firma di un buon cristiano, bravo giornalista e caro amico, Antonio Socci. Il quale venerdì 24, su Il Foglio, si è preso perfino le rampogne di Camillo Langone, altro buon cristiano un po' a modo suo, che scrive «Non metto bocca» e del libro che aveva in testa, dice che «resterà nella lunga, un po' nostalgica, gozzaniana lista dei libri che non scrissi». Sul Sinodo – lo fa trasparire – è vicino al collega, ma lui, almeno, mostra quel minimo di saggezza che si sperava di trovare anche in Socci: «Non voglio aggiungere confusione alla confusione… Voglio ragionare di più e scrivere di meno e più lentamente…». Libero e Il Foglio che fanno i difensori della “vera Chiesa”? Per favore…GIOIA E “CUCÙ”Ogni mattina Marcello Veneziani fa «Cucù» affacciandosi sul mondo dalla prima pagina del Giornale e qualche volta gli va bene. Mercoledì 22, invece no. Lamentava che, con la canonizzazione di tre Papi, «la Chiesa si autosantifica» e «si è sancito un fossato tra la Chiesa dei due millenni precedenti… e la Chiesa dopo il Concilio». Ma la Chiesa si deve santificare tutta e se si constata che è proprio a cominciare dal Papa che succede, il Cucù dovrebbe essere di gioia.
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