Le vicende Alitalia sono di stretta competenza economica? E l'ultimo volo non ha alcun risvolto sentimentale e nostalgico? Alitalia è solo un'azienda in crisi atavica o anche un simbolo, una sorta di totem nazionale? Alcuni quotidiani se ne occupano poco, forse a ragione avendo esaurito ogni approccio; forse a torto. Ieri Il “Corriere” (15/10) con Leonard Barbieri racconta l'ultimo volo Cagliari-Roma dando voce all'imprenditore Luca Quadarella, che non aveva alcun bisogno di andare dalla capitale in Sardegna e tornare, ma voleva poter dire: io, io ero sull'ultimo volo seduto in ultima fila. «Ci sarà Ita. “Ma per me non sarà mai la stessa cosa”». Mai sottovalutare gli oggetti totemici, nei quali una comunità e una nazione possano identificarsi. La “compagnia di bandiera” è, in realtà, “la bandiera” tout court. Lo sa bene la “Stampa” (14/10) che destina al commiato due pagine dando voce alla prima hostess, che oggi ha 98 anni, e all'assistente di volo che non sarà riassunta: tenera nostalgia e cruda amarezza. Due pagine anche per la “Repubblica” (14/10), con il pilota («Che magone») e l'atto riparatore di Francesco Merlo: «Solo adesso che muore viene finalmente voglia di accarezzare la criniera-carlinga dell'Alitalia che – si sa come siamo – ci siamo messi troppo presto a disprezzare (…). Mai ho perso i bagagli con Alitalia (…). L'equipaggio di condotta era il padre e l'equipaggio di cabina era la madre», con buona pace degli aviatori lgbt ideologici Indugia sui tasti dell'amarezza anche Gabriele Romagnoli (“Stampa”, 13/10), che della «piccola casta» di Alitalia scrive: «Immagino che a forza di danzare tra le turbolenze si siano convinti di non dover precipitare mai. Dicono che i sopravvissuti a un disastro aereo sviluppino una sindrome di onnipotenza. Così in Alitalia avranno pensato che sarebbero caduti sì, ma la prossima volta. Che sarebbe questa». Mesto il commiato di Aldo Cazzullo (“Corriere”, 15/10) nella risposta a un lettore: «Attendiamo di conoscere il destino di Ita; se sarà un'Alitalia più piccola, flessibile e virtuosa, o un ramo secco nella storia del trasporto aereo». Auguri sinceri a Ita (che s'è aggiudicata il marchio Alitalia).
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