Quel legame con Lecce che la morte non spezzò
sabato 2 luglio 2016
La morte non può spezzare i legami che fondano una comunità: gli affetti coltivati in vita perdurano e diventano veri e propri "fari" per continuare il cammino terreno. Proprio come non si ruppe il profondo legame tra san Bernardino Realino e Lecce, città che il sacerdote gesuita servì per ben 42 anni. Era nato a Carpi nel 1530 in una famiglia che lo avviò verso gli studi superiori: si laureò, infatti, in diritto civile e canonico e si dedicò a diversi "pubblici uffici" che lo portarono a Napoli. Qui incontrò i gesuiti e decise di abbracciare il loro carisma: nel 1567 venne ordinato sacerdote e nel 1574 arrivò a Lecce dove creò un collegio, mettendosi anche al servizio dei bisognosi. Sul letto di morte nel 1616 i leccesi gli chiesero ufficialmente di continuare a proteggere la città e lui accettò. È santo dal 1947.Altri santi. San Lidano da Sezze, abate (1034-1118); beata Eugenia Joubert, religiosa (1876-1904).Letture. Am 9,11-15; Sal 84; Mt 9,14-17.Ambrosiano. Nm 3,5-13; Sal 94; Eb 7,23-28; Lc 22,24-30a / Gv 20,11-18.
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