Quel lascito spirituale che sostiene una città intera
martedì 2 luglio 2024
E noi? A chi lasceremo la nostra eredità? Chi raccoglierà il senso di ciò che abbiamo costruito in vita? La domanda è naturale per chi vive nel segno del Vangelo, guidato dalla luce di un Dio che è entrato nella storia, ha cambiato la storia e ha affidato questo tesoro alla comunità dei credenti. A raccogliere il lascito di san Bernardino Realino fu un’intera città: Lecce. Poco prima della sua morte nel 1616, infatti, i leccesi gli chiesero di continuare a proteggere la città anche dopo la morte. Realino sapeva che in questo modo avrebbe consegnato la sua eredità spirituale agli stessi abitanti della città, che l’avrebbero coltivata nel tempo, facendola crescere. D’altra parte il sacerdote gesuita, che aveva abbandonato la carriera pubblica per consacrarsi a Dio, per 42 anni si era fatto amico e compagno dei leccesi, diventando padre, maestro, testimone concreto del Vangelo in mezzo a loro. Nato a Carpi nel 1530, Realino era stato avviato agli studi in diritto civile e canonico, ricoprendo poi diversi “pubblici uffici”, approdando infine a Napoli, dove incontrò i Gesuiti. Decise così di lasciare tutto per entrare nella Compagnia di Gesù: nel 1567 fu ordinato prete, diventando maestro dei novizi, e nel 1574 arrivò a Lecce, dove creò e guidò un collegio, dedicandosi anche ai bisognosi. Morì a 86 anni ed è santo dal 1947. Altri santi. San Lidano da Sezze, abate (1034-1118); beata Eugenia Joubert, religiosa (1876-1904). Letture. Romano. Am 3,1-8;4,11-12; Sal 5; Mt 8,23-27. Ambrosiano. Gs 2,1-15; Sal 135 (136); Lc 8,40-42a.49-56. Bizantino. Eb 9,1-7; Lc 10,38-42.11,27-28. t.me/santoavvenire © riproduzione riservata
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI