Natale… Ieri apertura a tutta pagina di “Libero”: «Gesù bambino portaci il vaccino»! Puerile la rima, ma è libertà! Ancora: (“Giornale”, 22/12, p. 8), evidente l'ostilità di Stefano Giani: «Tradizioni stravolte. La messa sembra il sushi: si ordina on-line». Serviranno i Rider? Poi (“La Verità”, 21/12 p.15) titolo paternamente professorale: «Cari cattolici, vi spiego perché la Chiesa è finita sotto accusa». Una serie di “ragioni” per le quali risulterebbero giustificate quelle “accuse”, una per una. In sostanza “tradimento” della fede e della coerenza tra dottrina e vita, e quelle precise “accuse” apertamente condivise dall'autore dello scritto. Oggetto la Chiesa, quella che don Lorenzo Milani chiamava simpaticamente «la Ditta». In sostanza – negli ultimi anni, ma è chiara la relazione con gli anni del Concilio e del Post-Concilio, la Chiesa di quel Bambino, sopra invocato affinché ci porti il vaccino, avrebbe smarrito la sua visione fondamentale: con firma ecclesiastica. Evidente paradosso! Altro? Sempre ieri su “Repubblica” (pp. 1 e 41): «Umano o divino il mistero di Gesù tra psiche e fede... Ebreo di Nazareth che si convince di essere figlio di Dio o figlio di Dio che sa dall'inizio di doversi fare uomo: ritratto di Cristo tra psiche fede». Eugenio Scalfari è affascinato a modo suo da questo bambino offerto all'umanità. Che dire? Leggi e ti vengono in mente due luci che si completano a vicenda: 1. «Dio non l'ha visto mai nessuno, l'unigenito figlio ce lo ha disvelato davanti» (Gv. 1, 18) 2. «Dio non l'ha visto mai nessuno. Se ci amiamo tra noi egli è presente in noi» (I Gv. 4, 12). Trascendenza infinita e prossimità fatta vicinanza... Ieri, parole di papa Francesco sulla «tenerezza» che ci consente di essere con Lui «figli nel Figlio», quel Bimbo che nella fede e nell'amore del prossimo offre il vero vaccino di ogni pandemia: fino all'eternità. Auguri!
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