Cesare Ponti, insieme col fratello Franco ha traghettato l'azienda di famiglia verso lo sviluppo, aprendo l'acetificio storico ai sottaceti, per favorire poi il ricambio generazionale. Oggi si occupa di iniziative sociali a capo di una fondazione novarese che finanzia progetti per associazioni dedite al recupero di beni artistici ambientali. E spiega: «Noi approviamo i progetti, diamo un contributo del 50%, ma il restante arriva dalle donazioni. E in quest'avventura ho scoperto una solidarietà che mai mi sarei aspettato dai privati: non c'è Paese al mondo che abbia un terzo settore come il nostro». Anche papa Francesco in "Fratelli Tutti" si è occupato del fenomeno declinando la figura dei "poeti sociali". E scrive: «In certe visioni economicistiche chiuse e monocromatiche, sembra che non trovino posto i movimenti popolari che aggregano disoccupati, lavoratori precari e altri che non rientrano nei canali già stabiliti […] Essi sono seminatori di cambiamento, promotori di un processo in cui convergono milioni di piccole e grandi azioni concatenate in modo creativo, come in una poesia. In questo senso sono "poeti sociali", che lavorano, propongono, promuovono e liberano». Anche gli amici del Banco Alimentare sono poeti sociali che non demordono, arrivando a promuovere, per la prossima settimana, una Colletta Alimentare di acquisto card, da 2, 5 e 10 euro, per drenare quel mare del bisogno che si sta ingrossando. E mi sorprende una coincidenza: Cesare Ponti lo conobbi a una riunione del Banco Alimentare, dove fui colpito dal desiderio di "restituzione" che aveva questo imprenditore. Quante storie ha avviato questa opera, se penso che anche Camillo Schiantarelli, medico chirurgo primario del reparto di Medicina dell'Ospedale di Mortara in pensione dal 1° dicembre scorso, si è occupato della stessa cosa. Ma non come una parentesi della vita, giacché allo scoppio della pandemia ha fatto il volontario nel suo ospedale, salvo contrarre il Covid 19: polmonite bilaterale. E nelle settimane scorse si è rimesso subito a disposizione nell'ambulatorio di Ematologia. Gli amici però lo conoscono anche come micologo e membro della squadra italiana dei medici sciatori, essendo nato a Vilminore, quando imbastì le prime discese con Fausto Radici. Ora, questa storia di vita che comunque scoppia e si dà, è stata una ventata di aria fresca, nei giorni in cui si discute del Natale, con o senza cenone. E se il Natale fosse innanzitutto un grande abbraccio, come quello che sanno offrire Cesare e Camillo che, anziché isolarsi, metaforicamente parlando, si mettono a disposizione?
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