Parigi! è la città dei desideri, che s’apre al sogno luminosa, di fascini, di speranze! È la mèta di tutti! È la sirena! […] Qui, tra la folla, è come camminare fra le dolcezze dei sognati incanti,
e la pace è travolta nell’ansia nuova del desiderare (Ruggero ne La Rondine, Giacomo Puccini)
Parigi è un palcoscenico ricco di vita, rumori, persone, monumenti e storia. Sotto c’è una rete incredibile di metropolitane che, come vene pulsanti, collegano mondi e quartieri di una città straordinaria. Ci sono stato qualche giorno fa e ho preso tante volte la metropolitana. È sempre un veicolo che mi fa riflettere. La vita, a pensarci, è un viaggio in metropolitana lanciata a ottanta chilometri all'ora, un percorso frenetico attraverso tunnel oscuri, senza conoscere appieno i luoghi attraversati se non per il loro nome. I vagoni della metropolitana sono come i giorni della nostra esistenza, affollati di volti sconosciuti, ognuno immerso nei propri pensieri e desideri. In questo ascensore orizzontale, ci muoviamo da una stazione all'altra senza fermarci a riflettere sulle vite intrecciate che sfioriamo appena. Come petali su un ramo umido e nero, i volti appaiono nella folla della metropolitana, brevemente visibili prima di perdersi senza nome nella prossima fermata.
La metropolitana ci insegna a ignorarci a vicenda in spazi ristretti, ma dietro gli sguardi stanchi e melanconici si nascondono storie complesse e sogni inespressi. In questo intricato groviglio di vite, la fermata della metropolitana diventa un crocevia di destini, dove si incrociano persone di ogni tipo. Alcuni momenti della nostra vita somigliano all’attimo in cui perdi quella metro che passa ogni 6 minuti e ti rendi conto che passa una sola volta e che è unica, per chi ospita in quel momento e per quello che ci potresti trovare dentro. In mezzo a molti social network, a volte capita di voler rimanere in piedi piuttosto che sedersi accanto a qualcuno. La metropolitana è poi un meraviglioso punto di osservazione, dove nella luce artificiale dei neon a volte si riesce a scorgere un pezzettino di vita di chi abbiamo davanti. E se fosse la civiltà il biglietto che ci consente di accedere ai vagoni della convivenza sociale? Pensateci: prima di salire, prima di intraprendere il nostro percorso nella giornata, è essenziale lasciare spazio agli altri, permettendo loro di scendere dal treno delle proprie esperienze e delle proprie necessità. Questo atto di cortesia non è solo un gesto pratico ma riflette una profonda consapevolezza dell'interconnessione umana. La cortesia, quindi, diventerebbe il binario su cui scorre il nostro cammino quotidiano.
Come passeggeri sulla metropolitana della vita, ognuno di noi ha il proprio itinerario unico: rispettare il diritto di scendere prima di salire diventa un rituale di condivisione, un atto di empatia che rafforza il tessuto sociale. Non vi nascondo che vedere la metropolitana allontanarsi mi mette sempre un po' di tristezza. Forse, però, è proprio in quei momenti di partenza che si nascondono nuove opportunità e nuovi orizzonti da esplorare. La metropolitana, come la vita, è un viaggio in continuo movimento, con sorprese che ci attendono a ogni fermata. E nel cuore di Parigi – sopra e sottoterra – ogni percorso è un invito al viaggio, e ogni passo è un capitolo scritto nella storia delle nostre emozioni.
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