Cinquant’anni per qualsiasi programma televisivo sono tanti, soprattutto se affronta temi religiosi, che non vanno di sicuro per la maggiore, almeno negli ultimi tempi. Anche se, a dire il vero, il programma in questione tratta in particolare l’attualità leggendola con lo sguardo della fede, nello specifico proponendo «un pensiero protestante sulla società». Parliamo, infatti, di Protestantesimo, la rubrica curata dalla Federazione delle Chiese evangeliche in Italia, prodotta da Rai Cultura, la cui prima puntata andò in onda su Rai 2 il 4 gennaio 1973, mentre adesso va in onda su Rai 3 la domenica ogni due settimane alle 7 del mattino alternandosi con l’omologa Sorgente di vita, la rubrica di cultura ebraica, che a sua volta ha compiuto e celebrato il mezzo secolo nella puntata del 1° gennaio. Protestantesimo lo ha fatto, invece, l’altro ieri con uno speciale condotto da Claudio Paravati che, dal Museo della radio e della televisione alla Rai di Torino, ha coordinato le voci di chi ha costruito la trasmissione e di chi nel tempo ci ha lavorato con passione e competenza. Un viaggio dagli anni Settanta ai nostri giorni, nelle trasformazioni che hanno attraversato il Paese e il mondo protestante. Dall’emancipazione delle donne nelle Chiese e nella società, al rapporto con il mondo cattolico e ortodosso. Dai grandi temi etici e sociali alla politica internazionale. Tra gli intervistati lo storico della televisione e critico televisivo Aldo Grasso che prendendo a prestito un giudizio del filosofo Gianni Vattimo definisce Protestantesimo una delle poche trasmissioni realmente culturali. In poche parole un esempio di servizio pubblico purtroppo regalato in orari impossibili. In questo senso non va certo meglio al programma cattolico Sulla via di Damasco, che va in onda a ruota.
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