Alla fine del 1600 Re Luigi XIV di Francia vuole espandere il suo impero nel Nuovo Mondo, in una vasta landa selvaggia all'estremo settentrione del Nord America. I coloni di quella che fu chiamata la Nouvelle–France (la Nuova Francia, che oggi corrisponde a parte del Canada) devono affrontare l'ostile popolazione indigena e l'ingerenza della Compagnia della Baia di Hudson, sostenuta dagli inglesi. Tutti ritengono questa terra una grande e inesauribile fonte di ricchezza e non si fermano davanti a nulla pur di averne il dominio. In questo contesto geografico e politico è ambientata la serie statunitense Pronti a tutto, in onda il martedì alle 20,55 su National Geographic (canale 403 di Sky). E come ogni narrazione televisiva o cinematografica che affronta fatti storici (anche se in questo caso mediati da un romanzo: Pelle di corteccia di Annie Proulx) mette in evidenza dei limiti, ma ciò non toglie che gli otto episodi creati da Elwood Reid siano in grado di offrire uno spaccato su vicende non molto conosciute attraverso il racconto delle vite intrecciate di coloni a caccia di fortuna, di delinquenti e affaristi senza scrupoli, di giovani donne in cerca di marito (le cosiddette «Figlie del Re») e di missionari gesuiti inviati ad evangelizzare le popolazioni locali. Su tutte prevale comunque la storia di René Sel e Charles Duquet, due immigrati che lavorano come taglialegna. La serie di National Geographic accompagna così i telespettatori in un viaggio attraverso le selvagge terre di frontiera del XVII secolo seguendo in parallelo, tra episodi di violenza e ambientazioni lugubri, le vicissitudini dei vari personaggi i cui sogni sono destinati a scontrarsi con situazioni brutali e guerre d'interesse in un crocevia di civiltà. Una storia di esplorazione, avventura e ambizione con un crescendo di tensioni che forgiano nuove improbabili alleanze e rafforzano vecchi antagonismi in una vera e propria lotta primordiale per la sopravvivenza in cui solo il più forte potrà avere la meglio. Mentre sullo sfondo scorrono temi importanti come l'ecologia, l'emancipazione femminile e la questione razziale. In evidenza anche le contraddizioni che stanno all'origine della società americana.
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