Ieri "Repubblica" (p. 1) anticipa - in senso doppio - il "lancio" di "Una vita con Karol", libro del cardinale Dziwisz. Una violazione patente, perché l'editore, la Rcs, aveva chiesto a tutti l'embargo fino a mercoledì 24. In nome del progresso ci si sente abilitati anche a mancare alla parola data. Che la cosa avvenga con toni simpatici fin dal titolo - «M'hanno fatto Papa, li possino!» non cambia la sostanza di un abuso voluto, alla faccia degli impegni presi. Che la cosa avvenga poi su un giornale che per tanti anni del Pontificato ha dato a raffica giudizi duri ed ostili su tutto il dire e fare di Giovanni Paolo II, e che anche qui mette tranquillamente in dubbio di falsità reticente l'Autore stesso del libro che nega ogni segnalazione previa dell'attentato del 1981, ricordando invece che l'avrebbero fatta i Servizi segreti francesi, è la conferma di due cose: che certo progressismo in carta fa il suo gioco passando sopra i diritti altrui, e che la doppiezza qualcuno l'ha nel codice genetico. Brutto comunque!
In piccolo, forse incolpevole, ma purtroppo eloquente, infortunio su "Europa" (20/1, p. 1: «Tanti auguri Rosy e Barbara»). Il prof. Luigi Pedrazzi spera in un buon accordo sulle coppie di fatto, ma per chiudere scrive: «I credenti si caratterizzano per la fede religiosa, mentre come tutti, sono più fragili e feriti in natura e più limitati e dubitosi in cultura». Un "più" ripetuto due volte? Fragili, feriti e limitati «come tutti»? Va bene. D'accordo che il Vangelo non dà privilegi. Ma è davvero un handicap? Caro Pedrazzi, coraggio! Non buttiamoci troppo giù"
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