L'agricoltura italiana non produce solo alimenti d'eccellenza maanche ricchezza su molti altri fronti. E non si tratta solamente di prodotti "industriali", ma anche e soprattutto di tutto ciò che ruota attorno alle attività collegate al turismo, all'ambiente, al territorio. Scoperti sull'onda dell'emergenza dei bilanci di qualche anno fa, tutti questi aspetti hanno di fatto mutato radicalmente la stessa essenza del fare agricoltura. E oggi costituiscono spesso la parte preponderante, quando non l'unica, del fare impresa agricola. Segni di un cambiamento storico e non più solo congiunturale, l'agriturismo e le attività legate alla natura valgono, stando alle ultime stime di Coldiretti, un giro d'affari pari a 12 miliardi. Tanto da far dire ai coltivatori che proprio le "vacanze verdi" hanno «sostenuto la ripresa della vacanza Made in Italy evidenziata da Federalberghi». Alla base, pare, il clima favorevole e una maggiore sensibilità verso determinati temi, ma anche e forse soprattutto la ristrettezza dei bilanci familiari. Dentro questo tipo di turismo, poi, c'è un po' di tutto: dai parchi alle biciclette, dall'enogastronomia all'escursionismo passando per la cultura e l'arte. Comune denominatore è, in ogni caso, la buona riuscita della vacanza con il minimo esborso economico. Ma rimane incontrastato il significato e il ruolo dell'agriturismo "classico". Secondo i numeri diffusi in occasione di Agriturismo in fiera – previsto per i prossimi giorni a Milano –, pare che adesso in Italia l'attività strettamente agrituristica valga da sola la bella cifra di un miliardo di euro, con oltre 5 milioni di turisti che hanno a disposizione 21.744 strutture. Queste ultime, fra l'altro, secondo Coldiretti sono aumentate del 4% nell'ultimo anno. Insomma, quello dell'agriturismo pare essere un mercato che non sente particolarmente la crisi. Anzi, probabilmente proprio dal momento di difficoltà economica, che ancora permane, l'agriturismo trae linfa per espandersi ancora. Non è un caso che fra le motivazioni addotte dai frequentatori delle aziende agricole che offrono ospitalità, vi sia la "sicurezza" ai primi posti. Oppure che l'87% degli agrituristi provengano dall'Europa, e il 35% dalla Germania, mentre quasi la metà degli italiani (44%), pare sia stata in un agriturismo negli ultimi 5 anni.Non ci sono quindi solo cereali, carni, ortofrutticoli e vini nel futuro prevedibile delle nostre campagne. Anche se è proprio partendo dai prodotti agricoli di base che agriturismo e vacanze all'aria aperta sono nati e hanno preso corpo. Ed è forse questo binomio fra produzione alimentare e attività di altro genere che non deve essere dimenticato.
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