Spesso utilizza parole aspre, Carmen Consoli: e non ha paura d'essere prosaica, per descrivere i personaggi necessari alle emozioni che intende cantare. Altrettanto spesso però, e d'improvviso, accende i suoi testi di sensibilità tutta femminile. Come quando nel 2006 ha voluto non si scordasse una vicenda ormai lontana: quella di sin troppe madri rimaste per la vita, ad attendere il ritorno dei loro bambini dalla guerra; da quel fronte che per sempre li aveva strappati al loro abbraccio. «La si vedeva ogni mattina, col suo cappotto verde e delle eccentriche scarpe rosse… Da quasi vent'anni alla finestra con il rosario al petto e una preghiera in gola… La si vedeva ogni mattina, andare incontro all'uomo della posta e tornare delusa: da quasi vent'anni nell'attesa di una notizia, fosse anche amara e dolorosa… Nell'impietoso fluire del tempo nutriva la speranza che tornasse quel figlio disperso al fronte: nei pomeriggi dalla sua finestra fissava un punto compreso tra idillio e noia». Carmen canta così, all'inizio. Poi, di colpo, nella sua cronaca dilaga un Oltre che ridà senso, pur nel dolore, a tutto. «Sembrava fosse giunto un angelo, a farle visita: aveva occhi grandi, un corteo di nuvole contornava enormi ali bianche… Celestiali sembianze, intensi occhi grandi… Custodi di un addio».
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