venerdì 4 gennaio 2019
«Sento che la predicazione è uno dei bisogni più vitali della nostra società, purché usata in modo corretto. Sono del parere che per il ministero della predicazione la sincerità non sia sufficiente. Il ministro deve essere sincero e intelligente insieme… Penso inoltre che il ministro deve avere convinzioni ben radicate. Sul pulpito ci sono troppi ministri dotati di grande carisma oratorio, e troppo pochi sono quelli che posseggono potere spirituale. La mia profonda convinzione è che io, come aspirante al ministero ecclesiastico, dovrei possedere tale facoltà». In questa ardente e limpida riflessione di Martin Luther King, giovane aspirante sacerdote e predicatore, si intuisce subito, in modo lampante, quel fuoco che segna i grandi spiriti. Il giovane studioso negro (questo era il temine che si usava allora), che lotta per i diritti dei negri in un'America ancora profondamente razzista, non è soltanto un lottatore, un indomito combattente, già destinato al martirio, come accadrà. È tutto questo, ma è un uomo che al pari dei mistici, dei grandi religiosi, degli sciamani, dei poeti e degli artisti, crede nella centralità del Potere Spirituale. Uccideranno il martire Martin Luther King, il suo potere spirituale sopravvive, vince.
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