E chi poteva avere dubbi? Sui siti e blog di informazione ecclesiale, la parola-chiave degli ultimi giorni è “Porta”, con il suo aggettivo, “Santa”, talvolta esplicitato, talvolta lasciato implicito, ma comunque presente (intendo dire che ho escluso dai risultati sia la terza persona singolare del verbo “portare”, sia i due pali congiunti da una traversa che danno gioia o dolore ai tifosi di calcio, sia il noto talk show condotto da Bruno Vespa). Qualche numero: sia sabato, sia domenica le notizie che facevano riferimenti al tema della “Porta Santa” erano il 25%. Lunedì erano salite al 50%. Alle 16 di ieri, a 4 ore dalla conclusione del rito in Piazza San Pietro, erano il 75% di tutte quelle che il mio robot è stato capace di registrare.«Il Papa apre la Porta Santa» è, con piccole varianti, il titolo che in questa ricognizione ho letto più spesso. Semplice, neutro, sicuro, inattaccabile: è quello che è successo. “Non aprite quella porta” il più burlone: lo riporta l'agenzia AdnKronos per introdurre un pezzo di alleggerimento, che passa in rassegna i tweet che alludono al Giubileo, ma limitandosi alle battutine. Il papa emerito Joseph Ratzinger, invitato a varcare per secondo la Posta Santa, è il secondo personaggio più citato, dopo papa Francesco. Le parole “paura” e “sicurezza” le più utilizzate da chi ha scelto titoli in chiaroscuro, ricordando il rischio terrorismo.Ma anche in Rete, come nella volontà di Francesco, non c'è Porta Santa senza misericordia. Così il titolo che alla fine mi ha meglio restituito il sapore dell'inizio di questo tempo di misericordia lo ha speso il quotidiano online “InTerris” per un'intervista al cardinal Montenegro (http://tinyurl.com/hhdhlzu). L'arcivescovo di Agrigento è stato infatti perfettamente capace di congiungere la visita che il Papa ha fatto a Lampedusa nel 2013 e l'intenzione con la quale ha indetto l'Anno santo straordinario, con parole che il sito ha sintetizzato così: «Abbracciati dal Giubileo».
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