martedì 27 giugno 2023
Si torna a camminare in montagna e puntuale come un fiorellino – o una zecca, dipende dai punti di vista – rispunta la polemica sulle croci sulle vette: lasciarle? Toglierle tutte o solo quelle grosse? Metterne di nuove? Complici la rivista del Cai “Lo Scarpone” e un convegno di giovedì scorso all’Università Cattolica, prima raffica di interventi. Vagamente ironico è il titolo della “Stampa” (26/6): «I patrioti della montagna: “Non toccate le nostre croci”». Enrico Martinet intervista l’alpinista e scrittore Enrico Camanni: le croci «più che di fede sono segni della forza della religione che non appartengono ai nostri giorni» esordisce duro, poi si fa morbido: «Tutti mi sembravano d’accordo nel ritenere che ciò che c’è resta, ma che ora non è più il caso di piazzare croci e Madonne sulle montagne». Anzi: «Direi che se ciò che già esiste ha un valore storico o artistico non si tocca, altrimenti non mi scandalizzerei se si pensasse di rimuovere statue e croci giganti di cui non si capisce il senso». Camanni appare sfumato. Più drastico “Libero” (26/6). Titolo in prima: «Che bestemmia vietare le croci sui monti. Il politicamente corretto raggiunge vette surreali». Il “Corriere” (26/6) affida a Lorenzo Cremonesi un colonnino di commento, dal titolo: «Perché le croci devono restare sulle vette». «Togliere le croci dalle cime – scrive Cremonesi – appare come un atto di violenza provocatoria e irrazionale, viola la nostra storia (...). Le croci sulle vette fanno parte di noi, credenti o meno, cristiani o fedeli di qualsiasi altra religione, abbatterle significherebbe cancellarci». Altre puntate in arrivo. A proposito del fascino dei titoli di prima. Domenica scorsa (25/6) le vicende russe hanno messo a dura prova i titolisti. Doppi sensi non originalissimi, come «Rivoluzione Russa» (“Stampa”) o “Il marcio su Mosca” (“Fatto”). Il “Manifesto” se la cava con l’esperienza: «Dietro fronte». Piace la parola sfida: «Sfida a Putin» (“Corriere”) e «Sfida al Cremlino» (“Messaggero”). “Libero” resta prigioniero della sua ossessione e sulle foto di Di Battista, Orsini, Santoro e Travaglio titola: «Non avevano capito un tubo». Curioso il caso di «Roulette russa», scelto sia dal “Quotidiano nazionale” (25/6) sia dalla “Repubblica” (26/6) che, fossimo alla maturità, diremmo che ha copiato. © riproduzione riservata
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: