Poetica Samp, tra drammi ultrà e i tanti puponi delle scommesse
martedì 15 aprile 2025
Nel duello scudetto Inter-Napoli, alla fine dovrebbero spuntarla (il condizionale è d’obbligo) i nerazzurri campioni d’Italia in carica, che hanno anche un piede in semifinale di Champions. al ritorno a San Siro contro il Bayern partono dal 2-1 di Monaco. Ma questo nostro calcio avrebbe bisogno di poesia e di tanto romanticismo per ripulirsi la coscienza. Veniamo da sette giorni di cattivissimi pensieri in cui è rispuntata l’onda anomala delle scommesse praticate sui siti illegali. Sotto accusa la solita sporca dozzina di calciatori professionisti, viziati e viziosi. La difesa d’ufficio: non scommettevano sul calcio. Già ma lo facevano (e lo fanno, molti più di 12, questo è il problema) su tutto e di più, avvalendosi della consulenza criminale di altri professionisti, ramo orologeria. Ci si indigna, si fanno campagne contro le dipendenze da gioco d’azzardo, ma quello del betting ormai è il settore che detiene il monopolio della pubblicità, dai media allo stadio. E un campione del mondo come Francesco Totti è volato a Mosca per ritirare il “prestigiosissimo” International RB Award, la kermesse organizzata dal principale portale russo di scommesse sportive che ogni anno premia un campione del passato. Ora, non sappiamo quali siano i criteri di valutazione degli oligarchi russi delle scommesse, ma intanto al “Pupone” romanista per la comparsata moscovita è stato sganciato un assegno a sei zeri. Stigmatizzare serve a poco. Così come gli appelli pacifisti lanciati prima del derby Lazio-Roma non hanno evitato gli scontri assassini da giochi senza frontiere. Ma ditemi voi, che c’azzeccano bande di ultrà del Levski Sofia in Curva Nord a spalleggiare i laziali? E la Sud romanista, che, per l’occasione, hanno siglato la triplice alleanza con gli ultrà della Dinamo Zagabria e del Panathinaikos? Gente “daspizzata”, a cui è vietato l’accesso negli stadi in Croazia, Bulgaria e Grecia, è riuscita ad arrivare a Roma e a scatenare l’inferno. Come sempre, tra le fiamme della follia a bruciarsi sono stati i poveri agenti delle forze dell’ordine. Il derby della capitale (finito 1-1) ha fatto 13, che non è l’en plein del vecchio totocalcio, ma il numero dei feriti tra i poliziotti presi a mazzate dalla ferocia degli ultrà. A corredo della domenica bestiale, i cori razzisti dei laziali indirizzati al centrocampista
della Roma Manu Koné. In questo buio, l’unico lampo di poesia è stato visto a Marassi dove mister Bubu Evani e tutto lo staff della Nazionale di Roberto Mancini, su sollecito del “Mancio” superconsulente, sono andati a rianimare la loro amata Samp affinché non scivoli in serie C. La prima delle sei sfide-salvezza la Samp l’ha vinta, 1-0 con il Cittadella. Speriamo che i doriani riescano nell’impresa e non serva per loro, così come per gli altri professionisti del pallone, ripescare la massima del mister del mitico scudetto doriano, Vujadin Boskov: «Testa di calciatore, buona solo per portare il cappello». © riproduzione riservata
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