Piace moltissimo su Facebook il fidanzamento secondo Francesco
venerdì 29 maggio 2015
È solo un gioco, per carità, non un'indagine sociologica: ma ecco gli ultimi 5 post che Facebook mi propone se ricerco l'hashtag (etichetta) #fidanzamento. Dal più vecchio al più recente: un non indimenticabile video dell'agenzia Aleteia su fidanzamento e castità, alla vigilia del Sinodo del 2014; intorno a San Valentino, due articoli che raccontano gli anelli di fidanzamento, rispettivamente, delle principesse Disney e della rockstar Lady Gaga; ai primi di maggio, da Leggo.it, la breve e insignificante cronaca di una festa di fidanzamento finita male. E finalmente, un post che punta, attraverso la Radio Vaticana, alla catechesi dedicata da papa Francesco a «Il fidanzamento» nel corso dell'Udienza generale di mercoledì.Dove il Papa mi è sembrato consapevole che la sopravvivenza della parola «fidanzati» nel discorso pubblico (non solo sui media, ma anche al bar o in autobus), a definire genericamente qualunque relazione di coppia non clandestina ma neppure istituzionalizzata da un matrimonio e/o da un figlio, è qualcosa d'altro rispetto al tempo del «fidanzamento»: proposto, malgrado tutto, nel senso alto di «apprendimento» reciproco, di «bel lavoro», di preparazione di una «alleanza per la vita» che è «artigianale», cioè va fatta a mano. Questa catechesi ha riscosso, nella Rete dei siti e blog ecclesiali che frequento, un tributo di popolarità decisamente alto. Non me ne sono affatto stupito: perché amo molto “I Promessi sposi”, che il Papa ha esortato a leggere, anche se non li ho mai “studiati” (e sì che avevo a portata di lezione il prof. Ezio Raimondi…). Perché sento un debito enorme verso l'esperienza di «catechista» prematrimoniale, essendomi misurato lì per la prima volta col problema di «comunicare il Vangelo in un mondo che cambia». E infine perché il fidanzamento tra me e mia moglie dista solo trent'anni, e dunque la memoria che ne conservo è freschissima. Direi intatta.
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