La storia digitale di oggi non racconta di qualcosa che si accende in Rete ma di qualcosa che si spegne, anche se non accade per il venir meno del consenso degli utenti. Sto parlando del commento domenicale del biblista Alberto Maggi, religioso servita del Centro Studi Biblici "Giovanni Vannucci". Segnalato da anni nella sempre più lunga lista di sussidi biblico-liturgici online di "Alzo gli occhi verso il cielo", il commento – apprendiamo da un post su Facebook dello stesso padre Maggi – comparve per la prima volta il 7 marzo 2009: «Con l'arrivo di internet anche a Montefano», sede del Centro, «pensammo di trasmettere su YouTube ( bit.ly/3iIdfEU ) il commento al Vangelo della domenica. Fummo tra i primissimi a creare il genere della videomelia».
Da allora, il canale "studibiblici" nel suo complesso ha raggiunto 16mila iscritti e contato 3 milioni e mezzo di visualizzazioni, mentre le «videomelie» di padre Maggi non scendono quasi mai sotto le 10mila. Ma «dopo dodici anni», prosegue padre Maggi, «ogni brano di vangelo è stato commentato almeno quattro volte e ormai c'è il rischio di ripetersi, e abbiamo deciso di interrompere questa esperienza». Pragmaticamente, aggiunge: «Per chi vuole trovare il commento basta che digiti la citazione evangelica e lo troverà». Poi il ringraziamento ai fedeli utenti di «questo appuntamento, seguito in ben centoquarantatré nazioni», e a seguire la piccola alluvione di 300 "like" e "love" e di commenti dispiaciuti e a loro volta grati. Qualcuno obietterà che il problema della ripetitività si pone a ciascun omileta, specie se predica ogni domenica nella stessa comunità, ma si comprende bene che l'assemblea in carne e ossa che il presbitero ha di fronte, con la sua specificità, consente attualizzazioni – che applichi o no la formula barthiana «Bibbia e giornale» – assai meno facili per chi si rivolge a un'indistinta comunità virtuale.
Grazie dunque a padre Maggi anche per questa scelta onesta, argomentata con la stessa chiarezza con la quale commenta il Vangelo.
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