martedì 30 gennaio 2018
Giornata della Memoria: condivisioni per fortuna tante, ma anche distorsioni maligne. Tra queste ultime come per caso puntuale e pesante in rete un filmato ove il professor Roberto De Mattei, noto per la dura ostilità al Concilio Vaticano II e, ora, a papa Francesco, passa disinvoltamente dall'evocazione del «femminicidio» - vedi tante cronache attuali - al termine «deicidio», e con questa spiegazione: «Per intenderci, è l'uccisione di Gesù Cristo da parte del popolo ebraico». Stonatura? Come minimo! Gesù fu ucciso con l'essenziale placet di Ponzio Pilato e quindi secondo l'uso romano della crocifissione in nome di Cesare, allora Traiano. Dare di nuovo la colpa al «popolo ebraico», e nel Giorno della Memoria, è un capolavoro di intempestività e malizia. Tra l'altro basterebbe andare ai testi evangelici, con i termini bene spiegati, per non ammiccare e cedere all'antisemitismo. E l'amarezza raddoppia quando ("La Verità" 28/1), in pagina presuntuosa, ove campeggia in alto proprio la domanda di Pilato «Cosa è la verità?», e a firma «Rodolfo De Mattei» - stesso cognome, stesso inchiostro, altra penna - leggi questo titolo: «L'Università islamica amata dal Papa approva la violenza sugli infedeli». I fatti: Francesco ha inviato un messaggio al rettore dell'università al-Azhar per declinare il suo invito a un convegno. Per De Mattei 2 questo direbbe che vive un'ambiguità inguaribile che negherebbe l'originalità della fede cristiana, e quindi nei confronti dell'integralismo islamistico si contrapporrebbe al magistero di Benedetto XVI, che fino dall'inizio del suo ministero petrino a Ratisbona (12/9/2006: «Lectio Magistralis su 'Fede, ragione e Università'») avrebbe condannato la violenza come intrinsecamente essenziale all'islam. Che dire? Una pessima caricatura del pensiero e dei gesti di Francesco e del pensiero e dei gesti di Benedetto. Giochi sporchi di falsa memoria...
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