Giovani e cultura: un binomio ideale per rilanciare una certa idea di Europa che sta languendo nell'immaginario collettivo dei "27". A un anno esatto dal rinnovo del Parlamento di Strasburgo, in un clima che si annuncia il più euroscettico di sempre, c'è bisogno come non mai di stimoli e segnali positivi. E quelli che riguardano i giovani, di questi tempi, sono particolarmente benvenuti.
A inizio marzo è decollata, ad esempio, l'idea lanciata un paio d'anni fa dal tedesco Manfred Weber, capogruppo del Ppe: assegnare a un buon numero di ragazzi che compiono 18 anni un biglietto "Interrail" gratis, che consenta di viaggiare in treno attraverso l'Unione, per sperimentare e apprezzare la libertà di muoversi in altri Paesi, conoscendo coetanei e territori altrimenti inavvicinabili.
Dopo lunga gestazione, scartata l'idea di un bonus generalizzato per tutti i neo maggiorenni (costerebbe oltre un miliardo di euro), Bruxelles ha infine messo sul piatto una dozzina di milioni, che potranno finanziare circa 15mila biglietti. Non moltissimi, certo, ma pur sempre meglio di niente. Tanto è vero che il bavarese Weber, per combinazione nato nello stesso anno in cui l'Interrail ha esordito sui binari d'Europa (1972), ha subito esultato online, promettendo di tornare alla carica in futuro per allargare la platea dei beneficiari.
Anche il Commissario Ue all'Istruzione, cultura, i giovani e lo sport - l'ungherese Tibor Navracsics - si è compiaciuto per un'iniziativa che sarà aperta a giovani di ogni estrazione sociale, anche con ridotta mobilità, e non legata a particolari titoli di studio. In concreto, chi vorrà concorrere dovrà presentare domanda fra il 12 e il 26 giugno prossimo, iscrivendosi sul Portale europeo dei giovani
(http://europa.eu/youth/contact_it). Non sono ancora noti in dettaglio i criteri con i quali verrà formata la giuria che sceglierà i fortunati, né quelli per operare la selezione. Si conoscono però già alcuni requisiti indispensabili per mettersi in gara. Il più ovvio è il raggiungimento recente del diciottesimo anno di età. Servirà poi indicare un itinerario di viaggio che tocchi da un minimo di uno a un massimo di quattro Paesi diversi da quello di appartenenza.
Ma la condizione più significativa, che garantisce al progetto un'adeguata caratura, è l'obbligo di inserire tra le proprie mete la partecipazione ad eventi legati all'Anno europeo del patrimonio culturale. La cultura è il secondo elemento del binomio vincente indicato all'inizio: regalare a un diciottenne un pass ferroviario che vale fino a 500 euro ha un senso se stimola un valore aggiunto sul terreno della crescita personale. Altrimenti sarebbe poco più di una lotteria.
Entra così in campo la cultura. In particolare vi entra mediante l'inserimento nel grande evento comunitario, inaugurato ufficialmente a Milano il 7 e 8 dicembre scorso, che forse non sta avendo il giusto risalto in questi primi mesi del 2018. L'obiettivo dei vertici di Bruxelles, quando è stato indetto l'Anno europeo, era di coinvolgere il maggior numero di persone in uno spazio comune, materiale e immateriale, all'insegna del motto "Il nostro patrimonio: dove il passato incontra il futuro".
E se un bisogno hanno oggi i giovani europei che si affacciano all'età adulta, è proprio quello di riscoprire la comune eredità culturale grazie alla quale, nonostante secoli di guerre e di stragi fratricide, il più vecchio dei continenti ha potuto unirsi e collaborare a uno straordinario progetto di pace e di solidarietà. Varcando le frontiere, poco importa se ad alta velocità o più lentamente, gli ancora per poco teenagers avranno solo l'imbarazzo della scelta per trovare, fra i quasi 8mila eventi collegati all'Anno del patrimonio (476 solo in Italia), quelli di loro gradimento. La speranza è che qualcuno di essi li aiuti a maturare un maggior senso di appartenenza a una comunità speciale, a riconoscersi nell'unica identità europea, ricca e multiforme, ma saldamente ancorata alla stessa, preziosa radice di civiltà.
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