Per Clero ed enti occasioni di sanatoria
giovedì 18 giugno 2020
L'emersione dal lavoro in nero di lavoratori stranieri, regolata dal decreto legge n. 34, è rivolta in particolare contro la piaga dello sfruttamento dei braccianti extracomunitari nell'agricoltura. Con l'occasione sono stati inseriti nel decreto anche i rapporti di lavoro per assistenza alla persona e per lavoro domestico.
Quanto al settore dell'assistenza domestica, l'Inps (circ. n. 68) precisa i margini di applicazione con maggiori dettagli. Sono interessate le convivenze, come conventi e seminari, che hanno lavoratori addetti al servizio diretto e personale dei conviventi, nonché le comunità senza fini di lucro (gli orfanotrofi e i ricoveri per anziani con finalità assistenziali) qualunque sia il numero dei componenti. Tra le strutture di vita collettiva rientrano anche le case-famiglia per i portatori di disabilità, quelle per il recupero dei tossicodipendenti, per l'assistenza gratuita a fanciulli, anziani e ragazze madri, le comunità focolari, le convivenze di sacerdoti anziani cessati dal ministero parrocchiale o dal servizio diocesano.
Si deve presumere che le strutture religiose in generale, comprese le parrocchie e i singoli sacerdoti, non siano essere interessati alla sanatoria, né per il lavoro domestico né tanto meno per il settore agricolo. Troppo alto il rischio, nella qualità di datori di lavoro irregolari, di essere colpiti dalle penalità stabilite per il "nero", in particolare quando accade un infortunio del lavoratore o della lavoratrice che non siano assicurati, né in regola con l'assunzione di extracomunitari. In queste situazioni il buonismo o la carità nell'offrire un lavoro a chi si trova nel bisogno sia pure per breve tempo, ma senza l'Inps e altri documenti, non sono buoni consiglieri. La sanatoria, che è aperta dal 10 giugno al 15 luglio ed ora allungata al 15 agosto, pagando un contributo forfetario di 500 euro, è quindi l'occasione per una verifica dei rapporti di lavoro in corso e, eventualmente, per rientrare nei dettami delle leggi. Da ultimo, l'Inps ha precisato che il datore di lavoro (a meno di essere affetto da patologie limitative) non deve avere redditi superiori a 20 mila euro qualora nella famiglia sia l'unico titolare di redditi; invece il reddito è percepito presenti altre persone non deve essere inferiore a 27 mila euro, calcolando anche i parenti di 2° grado.
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