sabato 16 gennaio 2021
Non so quanto sia bene mantenere i vecchi scritti quando si trovano dopo tanti anni nei cassetti di un vecchio mobile oggi considerato ingombrante e inutile. Zia Marcella dai capelli raccolti in larga treccia sulla nuca scriveva per se stessa gli eventi della propria famiglia, oggi difficili da leggere perché sciupati dal tempo e da quella calligrafia minuta, quasi necessaria a consumare meno carta dei piccoli notes che usava di anno in anno. Oggi mi piace leggerne qualche pagina e copiarne alcune righe perché rendono reale un tempo passato che la storia ci offre in poche pagine costretti come siamo a correre veloci verso quel futuro che tanto ci attira. «Vieni Maria Romana - scrive in una pagina dove parla del fratello prete che da poco aveva perduto la giovane vita - tu ora sei troppo piccina per comprendere, ma fra qualche anno ti racconterò di lui, ti parlerò delle sue virtù, del suo ingegno, del suo amore grande che nutriva nel cuore per Iddio per la sua famiglia, per la patria. Morì nel fiore della giovinezza... cosa poteva sperare lui dalla vita, lui che tutto si era offerto al Signore e l'unico desiderio del suo cuore era divenire un santo sacerdote e lavorare per il trionfo del regno di Cristo in terra?». Sul piccolo notes passa il racconto di una semplice famiglia e ci sono ancora tante righe scritte sulla vita di ogni giorno che oggi forse non trovano più un senso. La zia aveva un giorno ricevuto in regalo un cestino di raffia e subito scriveva per me: «pensavo alla gioia che proverai quando te lo offrirò pieno di caramelle. Il mio grillo goloso che vorrebbe vivere di dolci e di caramelle dall'involto dorato! Se tu sapessi quante bimbe sono meno fortunate di te, quante non sanno cosa sia un dolce, una carezza materna, il bacio affettuoso di una zia. Quanto tu devi al Signore, quanto devi essergli riconoscente!». Tanti piccoli notes che non ho letto per molti anni, un po' per rispetto di un'anima sensibile e gentile che era stata per tanto tempo accanto alla mia vita, e un po' per non averne conservato l'interesse. I nuovi giorni ci chiedono di correre, di inventare, di costruire e ci lasciano dimenticare chi ci aveva insegnato a camminare, a guardare il mondo che cresceva accanto a noi. Fa impressione vedere quante cose, quanti fatti della vita di coloro che hanno vissuto vicino a noi abbiamo dimenticato. Non pensiamo che anche noi quando avremo lasciato questa terra saremo per poco nella memoria, forse anche nel dolore di chi abbiamo lasciato. Quando sarà il nostro tempo cerchiamo di lasciare un sorriso per chi ci ha amato, per chi non ha nessuno vicino, per chi non sa vedere al di là delle nuvole un cielo d'amore e di pace.
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