Tempo, tempo, tempo. Siamo affamati e assetati di tempo. Ne vorremmo di più e poi lo sprechiamo. Il Mercato anela al nostro tempo. Inseguiamo il tempo ma alla fine è lui a raggiungere noi. Come sulla Via Francigena. Stefano Lorenzetto (“Corriere”, 19/3) incontra Luca Bruschi, direttore dell'Associazione europea delle Vie Francigene, che «non a caso vive a Fidenza, esattamente a metà del percorso mappato che congiunge Canterbury a Santa Maria di Leuca». A tappe di vario chilometraggio, Bruschi ha passato sulla Francigena due anni della sua vita. Ma perché camminare? «Non conosco modo migliore per riappropriarmi del bene più prezioso». «E quale sarebbe?». «Il tempo. Ti riconcili con il mondo attraverso i ritmi lenti. Cammini a testa alta. Guardi l'orizzonte, anziché il telefonino». “Cammina”, anche se le gambe gli consigliano di starsene seduto, Piero Angela, di nuovo a teatro con uno spettacolo alla scoperta del mare. Lo intervista Silvia Fumarola (“Repubblica”, 21/3). Domanda inevitabile sui suoi 93 anni: «Se uno smette di avere progetti è praticamente morto, bisogna averne sempre e portarli avanti». Un “collezionista di tempo” è Giampiero Mughini, accumulatore di carte e libri rari, prime edizioni, reperti temporali, intervistato da Aldo Cazzullo (“Corriere”, 20/3). Il più grande scrittore di ogni tempo? «Che domande! Ovviamente Dante. Dante non è uno scrittore, è un costruttore. Ha edificato un mondo, un universo. Come se un uomo solo avesse costruito New York». Costruire può voler dire fermare il tempo, consegnandolo all'eternità. Come, nel suo piccolo, il rugbista Ange Capuozzo, 22 anni, che ha fatto vincere l'Italia al Sei Nazioni dopo 36 sconfitte di fila, lui dal fisico “normale” con una corsa folle di 60 metri inseguito da enormi gallesi. Spiega così la sua impresa a Domenico Calcagno (“Corriere”, 21/3): «La partita stava finendo e dovevamo segnare. Mi sono detto: cerchiamo una soluzione. E ho cominciato a correre». Divorandosi il tempo.
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