Pastore saggio, la sua riforma è fondamento giunto a noi
martedì 3 settembre 2024
Pastore ma anche padre, amministratore e maestro, testimone e apostolo: san Greogorio I, detto Magno, Papa e dottore della Chiesa, visse a 360 gradi il proprio ministero, curando la vita della comunità dei credenti tanto quanto i rapporti con le autorità, la politica, la società “esterna”. La sua fu un’opera vastissima, la cui eco arriva fino alla Chiesa dei nostri giorni. Era nato attorno al 540 dalla famiglia senatoriale degli Anici e, alla morte del padre, gordiano, era stato scelto come prefetto di Roma. Gregorio, però, preferì per sé la vita monastica, una strada che lo portò a diventare abate del monastero di Sant’Andrea sul Celio, che era la dimora paterna, trasformata in cenobio. Tra il 579 e il 586 si trovò a Costantinopoli, inviato dal Papa. Richiamato a Roma, il 3 settembre 590 venne eletto Papa, il 64°, succedendo a Pelagio II. Guidò la Chiesa fino alla morte, il 12 marzo 604: nonostante la salute fragile, seppe amministrare con saggezza e determinazione, impegnandosi anche nella “politica estera”. A lui si deve il nucleo di quello che diventerà il Messale Romano. Non solo: si dedicò anche alla riorganizzazione della liturgia romana, mettendo ordine alle fonti anteriori e redigendo nuovi testi, oltre che promuovendo il canto liturgico che da lui prese il nome di “gregoriano”. Altri santi. San Crodegango di Seez, vescovo (VIII sec.); beata Brigida di Gesù Morello, religiosa (1610-1679). Letture. Romano. 1Cor 2,10-16; Sal 144; Lc 4,31-37. Ambrosiano. 1Pt 1,13-21; Sal 102 (103); Lc 16,1-8. Bizantino. Gal 5,11-21; Mc 7,5-16. t.me/santoavvenire © riproduzione riservata
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