Sono bastate due parole un po' più sapide, una sulle donne e una sui poveri, per rilanciare gli acta di papa Francesco al vertice della classifica degli argomenti di religione maggiormente trattati dai siti e blog specializzati, con un bel 30%.La parola sui poveri è: «Quanto vorrei che le comunità parrocchiali in preghiera, all'ingresso di un povero in chiesa, si inginocchiassero in venerazione allo stesso modo come quando entra il Signore!», e fa parte del videomessaggio che il Papa ha inviato al teatro Brancaccio di Roma, dove andava in scena uno spettacolo proposto dagli ospiti dei centri di accoglienza della Caritas. Ha destato soprattutto l'attenzione degli osservatori, per così dire, specializzati, e in una parte di essi un forte dissenso.La parola sulle donne invece è: «Perché si dà per scontato che le donne devono guadagnare meno degli uomini? No! Hanno gli stessi diritti. La disparità è un puro scandalo!», ed è giunta verso la conclusione di una catechesi sulla famiglia, la dodicesima della serie che il Papa sta impartendo alle Udienze generali del mercoledì come contributo all'intersinodo. L'attenzione di cui ha goduto è stata decisamente popolare: migliaia di condivisioni, migliaia di “mi piace”, decine di commenti, soprattutto “fuori” dal perimetro ecclesiale.Per quanto empirica e limitata alla blogosfera, questa rilevazione suggerisce che vi sono alcune parole di papa Francesco che colpiscono più i “cristiani della linfa”, e altre che attirano più l'attenzione dei “cristiani della corteccia”. Anche a prescindere dai destinatari in senso stretto e dai contesti: poveri-attori, operatori Caritas e un teatro, da un lato; l'Udienza generale e i pellegrini, dall'altro. I media, si sa – quelli digitali in massimo grado – sbucciano via i contesti e lanciano le parole, cucinate e a volte anche crude, in pubblico, dove vengono perlopiù divorate. Delle due frasi del papa che ho citato, solo la seconda, e per un soffio, sarebbe rientrata in un tweet.
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