Pregato di "insistere" su ricchezza e povertà nell'ascolto del Vangelo insisto, e i motivi non mancano. "Il Giorno" (2/1, p. 12): «I ricchi Usa voltano le spalle al Papa». Fuori discussione che «Beati i poveri» e «Guai ai ricchi», e non l'inverso, è Parola pura. Ancora lì leggi che «I super ricchi americani non amano papa Francesco», ma anche che con lui sta «l'88% dei cattolici». Dal tutto capisci che se fosse vera l'iperbole che leggi quei «ricchi Usa» avrebbero «voltato le spalle» al Vangelo, e non solo al Papa. Al Vangelo? Sì! E ricordi che in uno dei primi documenti dell'era cristiana, un testo polemico verso i cristiani, sulla bocca di Gesù di Nazaret venivano messe queste due parole in greco, «Egò, Auenghìlion», e cioè «Io, il Vangelo». Se Francesco dice che ama la Chiesa, pare scontato, ma se dice che la «vorrebbe povera e per i poveri» fa notizia ovunque: pro o contro. Vuol dire che l'espressione non passa via inosservata, e questo è il primo segreto per farsi ascoltare. Nel chiasso di sempre, una voce nuova e inattesa vince la sordità di tutti. «Voce che grida nel deserto», ove il resto è silenzio? Difficile non sentirla! Se poi uno si tappa le orecchie o si finge sordo è scelta sua.
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