Chi, avendo il pallino dell'informazione religiosa e una certa propensione per l'ambiente digitale, non volesse adottare una sola fonte tra quelle cui abbeverarsi, potrebbe proficuamente aggiungersi, su Facebook, ai duemila amici di Fabio Colagrande, «giornalista, speaker e conduttore presso Radio Vaticana» (così lo presenta "in breve" il social network), e selezionare il suo profilo ( tinyurl.com/kvbjyxd ) tra quelli da leggere per primi. Parecchi post al giorno, ma ben modulati tra la ripresa di cose realizzate nell'esercizio del suo lavoro e la condivisione di contenuti altrui selezionati con criteri non omologanti, più qualche lucida incursione nelle arti performative (teatro, cinema, musica) e talvolta un sobrio rimando agli affetti familiari. Anche il tempo speso a leggere i commenti è raramente speso male.
E poi c'è la sua vena parodica e (auto)ironica, da autore più che da giornalista. Battute e aforismi ben centellinati, come di chi pubblica qualcosa solo se lo convince e comunque non ha solo quello a cui pensare. Stimolo, a giudicare da quantità e qualità dei commenti, a non prendersi sempre e troppo sul serio, specie nei mondi cattolici, ma senza cedere al cinismo di chi finisce per mettere ogni cosa in ridicolo solo perché è entrata nel dibattito pubblico.
Ecco una selezione, limitata agli ultimi 30 giorni. Come stiamo in Rete: «Sfamiamo il nostro #EGO con l'ennesimo inutile ridondante enfatico #tweet» (ovviamente postato su Twitter). Come banalizziamo l'attualità: «Trump non ci fai paura. Ce l'abbiamo noi la madre di tutte le bombe» (con foto di un gigantesco bombolone alla crema). Come assumiamo retoricamente certi temi: «Io sono per il dialogo. E non voglio sentire ragioni». Anche nel dibattito intraecclesiale: «Sostengo in lunghi e pensosi editoriali la logica del perdono, ma non rivolgo la parola da 17 anni a quel cugino che cercò di accaparrarsi l'eredità di nonno» (attribuito a Max Holabarb, da C'è un limite a tutto: salvagenti etici per il XXI secolo, Aeres, 2015).
© Riproduzione riservata
ARGOMENTI: