Amalincuore. Qui martedì ho scritto sull'"ubiquo" matematico da palco esibitosi su due pagine di "Repubblica", su una della "Stampa" e con lancio gentile dell'"Unità" sul "Quartetto di Elicotteri" di Stockhausen. Ebbene: ogni limite ha la sua pazienza, come diceva Totò, e già lunedì è arrivata la vendetta del buonsenso. Proprio "L'Unità" (p. 35, "Note a motore") è delusa e commemora " recensisce sarebbe dir troppo " l'evento su quasi una pagina, e per «l'Introduzione parlata» del nostro, scrive testuale che «il pensiero più profondo di questa star della cultura-spettacolo» è stato il seguente: «Questo è un brano che fa girare le pale». Martedì poi arriva impietoso anche "Il Riformista" (p. 20, "Culture"), schiaffeggiante fin dal titolo: "Elicotteri di Stockhausen? Inutile giramento di pale". Insomma: in casa propria due epitaffi. Ma sia chiaro, lui è vivissimo, e ieri ("La Stampa", p. 59) Gabriele Beccaria lo intervista sul prossimo centenario di "Darwin, il nostro eroe": questo il titolo. E il contenuto? Eccolo, sulla bocca del nostro: «In principio era Darwin». Pare sia il titolo di un nuovo libro. Va bene. Leggendolo si vedrà cosa «fa girare»... In ogni caso nell'intervista è più volte evocata la barba, anzi «l'icona barbuta» del grande scienziato. Con tutto il rispetto: forse nell'aldilà vero, «gireranno le pale» anche a lui nel sentirsi evocato e rappresentato in prima fila dal nostro. Già: da quelle parti c'è anche qualche altra barba, e quella più umile, cantata da 3000 anni (Salmo 133, 2) pare sia di Aronne. Non c'è confronto.
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