Ossessioni e pregiudizi? Lunedì tante prime pagine aperte con la notizia sconvolgente: "Messa di Papa Ratzinger con le spalle ai fedeli"! Si sa: in redazione si svolgono tanti piccoli concili, i laici devoti si accaniscono ogni giorno in discussioni accese sugli altari antichi e moderni. La regola della privacy non permette di fare nomi: è moderna libertà. E per i pregiudizi da bocciatura all'asilo, la lista è lunga. Per la verità ha cominciato lunedì il Tg1 delle 20 sulle proteste per il Papa alla Sapienza: «"per la Radio Vaticana questa è un'iniziativa di tipo censorio»! Ma la Radio Vaticana aveva intervistato il genetista prof. Bruno Dallapiccola, che aveva detto che per lui quella era censura. È diverso? Molto! Se il Tg1 Rai trasmette un'intervista a Berlusconi che dice: «Prodi se ne deve andare a casa» sarebbe corretto dire che «per la Rai Prodi se ne deve andare a casa»? È stato così, e l'effetto moltiplicatore ieri mattina ha avuto riscontro sulle prime pagine: «Il Vaticano: censurano il Papa!». Da vergogna professionale e bocciatura all'asilo della Federazione nazionale della stampa. Leggi e ridi, ma un po' di amarezza rimane, per la categoria e anche per l'offesa al buon senso: ossessione e pregiudizio si sono baciati. Altro esempio perfetto di ambedue? Lunedì "Repubblica" (p. 1 e 18) racconta che alla fine di "quella" Messa al Papa è scivolato dal dito l'anello, «simbolo del supremo potere», subito ritrovato sul tappeto, e commenta: «nel Medioevo la folla avrebbe provato un brivido». In realtà nessuno si è scomposto, salvo il cronista di "Repubblica": il solo rimasto al Medioevo.
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