Sin dalla sua apparizione, lo Stabat Mater di Giovanni Battista Pergolesi (1710-1736) ha squarciato il firmamento della musica sacra come un vero e proprio fulmine a ciel sereno, rappresentando l'irrinunciabile pietra di paragone per intere generazioni di compositori, onorato da frequenti esecuzioni e da un'infinità di copie manoscritte, edizioni a stampa e revisioni. Ed è la presenza "virtuale" di questo incomparabile capolavoro che marchia a fuoco l'eccellente progetto discografico intitolato appunto Stabat Mater (Super Audio CD pubblicato da Bis e distribuito da Jupiter) in cui, senza essere mai eseguito, il brano di Pergolesi " che la tradizione vuole sia stato completato sul letto di morte " rappresenta il termine ideale di riferimento e di paragone.
Il punto d'abbrivio da cui hanno preso le mosse i componenti dell'ensemble Theatre of Early Music è infatti quello di investigare l'humus artistico e spirituale che ha forgiato l'ambiente musicale della prima metà del XVIII secolo, arrivando ad affiancare tra loro un terzetto di splendide pagine di carattere religioso legate più o meno direttamente all'opera del maestro di Jesi, cercando di svelarne le sorgenti, gli antecedenti, le influenze, i parallelismi e i lasciti testamentari.
A partire dallo Stabat Mater RV 621 di Antonio Vivaldi (1678-1741), partitura di grande intensità drammaturgica scritta presumibilmente intorno al 1710 per onorare la celebrazione dei Sette Dolori della Beata Vergine; passando per il Salve Regina dello stesso Pergolesi, altra composizione mariana della maturità che riverbera tutta la carica di affetti di un'inconfondibile impronta stilistica ed espressiva; per arrivare infine alla parafrasi dello Stabat Mater pergolesiano approntata già negli anni Quaranta del Settecento da Johann Sebastian Bach (1685-1750) sul testo in lingua tedesca del Salmo 51 (registrata nel catalogo ufficiale come Cantata BWV 1083).
Protagonista principale del disco, il giovane controtenore Daniel Taylor duetta in assoluta scioltezza con il soprano Emma Kirkby e dimostra doti vocali, personalità e maturità interpretativa fuori del comune, ma soprattutto una profonda affinità con un repertorio che richiede duttilità, acutezza e una particolare sensibilità introspettiva.
© Riproduzione riservata
ARGOMENTI: