«Non trovare contraddizione nell'unione di vecchio e di nuovo, contemplare l'Antico dei Giorni e tutte le sue opere con tali sentimenti di freschezza come se tutte fossero proprio allora balzate fuori al primo fiato creativo (...) Continuare i sentimenti della fanciullezza nei poteri della maturità; combinare il senso fanciullesco di meraviglia e novità con le apparenze che il trascorrere di ogni giorno per forse quarant'anni ha reso familiari». Siamo alla fine del Settecento, il secolo dei Lumi. Nel 1795 il ventitreenne poeta inglese Samuel Taylor Coleridge, che diverrà il faro della poesia romantica, con la leggendaria Ballata del vecchio marinaio, ha una folgorazione. L'uomo deve rinascere, dallo stanco mondo quotidiano, intorno a cui l'abitudine prosciuga «il luccichio delle gocce di rugiada». Trovare unione tra ciò che è infantile, stupefatto, ingenuo, e quanto il trascorrere del tempo ha reso significativo. Mentre gli illuministi, combattendo retaggi antichi e spesso retrogradi predicavano una novità radicale di pensiero, che cancellasse tutto il passato di religione, mito, leggenda - vanità dell'adolescente - il giovane poeta romantico non cadeva nella superbia adolescenziale, ma esortava alla fusione dell'uomo maturo e del bambino. Il tempo passato nel tempo presente.
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