Oltre i limiti della malattia una luce per gli ultimi
giovedì 23 maggio 2024
Spesso ciò che al mondo appare imperfetto e limitato è in realtà portatore di un messaggio di speranza e di luce per l’umanità. Ma solo usando gli occhi del Vangelo è possibile cogliere questa profezia dell’imperfezione. È questo il messaggio contenuto nella vicenda umana e spirituale di san Giovanni Battista de’ Rossi. Nella sua condizione di sofferenza dovuta dalla epilessia, infatti, questo sacerdote vissuto nel XVIII secolo è salito agli onori degli altari, testimoniando come l’amore e la cura degli ultimi superino qualsiasi limitazione e ferita. Nato a Voltaggio (Genova) nel 1698 in un famiglia nobile ormai decaduta, a 13 anni si spostò a Roma per studio, andando a vivere da uno zio sacerdote, canonico a Santa Maria in Cosmedin e frequentando il liceo dai Gesuiti del Collegio Romano. In quel periodo si manifestarono i primi sintomi della malattia, che non gli impedì di diventare prete nel 1721. Dedicò il suo ministero alla cura degli studenti, dei poveri, dei malati e degli emarginati, dando vita alla Pia Unione dei sacerdoti secolari di Santa Galla. Fondò anche un ospizio per le donne, dedicato a san Luigi Gonzaga, di cui de’ Rossi era particolarmente devoto. Divenne canonico anche lui, ma fu dispensato dall’obbligo del coro per poter continuare a stare in mezzo agli ultimi. Morì il 23 maggio 1764. Altri santi. Santi Martiri di Cappadocia (303); sant’Eutizio di Norcia, monaco (V-VI sec.). Letture. Romano. Gc 5,1-6; Sal 48; Mc 9,41-50. Ambrosiano. Es 19,16-19; Sal 96 (97); Gv 12,27-32. Bizantino. Rm 1,28-2,9; Mt 5,27-32. t.me/santoavvenire © riproduzione riservata
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