Buon anno! Si sa: Malpelo è irriverente, e qui chiede scusa in anticipo. Sabato, "Cultura" sul "Corsera" una pagina e mezza (54-55) e titolone: «Dodici giorni per rifondare il mondo». Il professor Emanuele Severino riflette su Natale e Capodanno: «…perché ritorna l'idea di una creazione originaria e di un eterno ciclo divino». E rivela l'"arcano": «Il rito del nuovo inizio esiste da sempre. Ma ormai celebra l'energia della tecnica». È la sua tesi da 60 anni, e ogni tanto la ripete in pagina: «Da centinaia e migliaia di anni prima della nascita di Cristo vi sono dodici giorni… dedicati alla rifondazione del mondo». Il mito è inventato dall'uomo che nel suo esistere concreto si scontra con "l'inflessibile" potere della natura che gli è ostile. Le religioni nascono dal tentativo di piegare questa realtà "inflessibile": con esse l'uomo vuol essere onnipotente, ma fallisce, si sente colpevole e perciò inventa il sacrificio di espiazione, un "rito" che tenta la risposta "al mito" e si illude di un "nuovo inizio" rinnovato. Nate così, tutte le religioni sono però soltanto illusioni, perché la realtà è immutabile e oggi è evidente – questo l'annuncio di Severino, da decenni "profeta" solitario – che il vero "dio" voluto da ogni "nuovo inizio", anche in questo ciclo festivo dei «dodici giorni per rifondare il mondo» è «la tecnica». La conclusione? Eccola: tutto da sempre resta identico a tutto, e «il senso autentico della volontà che muove il tutto» rivela solo che da noi uomini «non si scorge che la storia della volontà si svolge interamente al di fuori di quel senso»: un nostro fallimento totale... Leggi, ti viene in mente che la fede ebraico-cristiana non ha né "miti" né "riti", ma non fiati. Poi giri pagina e parli: Buon Anno!
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