«Stasera vengono gli amici a cena», pensò Arianna affacciandosi a una luminosa mattina di inizio gennaio. È stata per lei una settimana di corse tra lavoro, commissioni, imprevisti e tutto quello che la vita ci regala ogni giorno. Così – come spesso capita – chi ne ha pagato le conseguenze è stata la sua casa. Fogli sul tavolo, una bolletta da pagare. Un paio di scarpe vicino alla porta con lo scontrino sopra, da riportare in negozio perché strette. Tutto scorre come la lancetta dell'orologio, precisa e inesorabile, fino a quando Arianna si rende conto che poche ore dopo arriveranno gli amici. Si accende improvvisamente per dare una parvenza di ordine. Come se gli ospiti lo meritassero più di lei. E pensare che la casa dovrebbe essere il luogo dove torni e ti senti amato, come tutti i luoghi speciali che ognuno di noi si porta dentro. Anche il disordine può essere casa, cosa diversa è pensare sempre a quello che c'è fuori da noi come cosa più importante. Casa, vecchia scuola o cinema. Tutti torniamo dove ci sentiamo amati. Arianna mette la sua musica preferita e riordina. Quante volte lo facciamo con gli altri ma non con noi stessi? Capita spesso: ci prepariamo per un appuntamento di lavoro o per andare a cena con qualcuno con attenzione, scegliamo la giacca con cui ci sentiamo bene. Ci teniamo a far sentire gli altri importanti, a loro agio. Cerchiamo di fare del nostro meglio per essere giudicati positivamente. Troppo poco spesso riserviamo queste attenzioni a noi stessi però. Tutti torniamo dove ci sentiamo amati. «Guarda che bella la casa sistemata e profumata, con la nuova essenza al limone che ho comprato per questa occasione» pensa Arianna soddisfatta. Il tempo non basta mai e ogni giorno abbiamo mille cose da fare, è difficile occuparsi del dovere, figuriamoci del tempo per il piacere. Dedicarci attenzione e tempo, come facciamo per gli ospiti che invitiamo, vuol dire vivere in pienezza la vita. E tornare con gioia nei luoghi della nostra mente che amiamo, compreso il nostro salotto.
© Riproduzione riservata
ARGOMENTI: