Prima ancora di essere, forse, un uomo di pensiero, sono stato e resto una persona che fa "impresa" e si diverte molto a tornare al "primo amore", alla gestione commerciale e marketing, talvolta per innovare altre solo per capire. Farlo oggi è poi un vero piacere perché la persona con la quale spesso mi confronto è Claudio Casiraghi, amico, consulente di grande esperienza e, soprattutto, autore di un libro "Marketing etico", divenuto un riferimento importante in questo settore. Claudio è per di più uno sportivo e ci piace ogni tanto trovare un angolo "verde" per parlare delle nostre cose, così come facciamo oggi, all’idroscalo di Milano, dopo un’attività formativa molto particolare. «All’inizio ero indeciso sul titolo del libro, mi racconta, perché temevo che la parola "etica" potesse fuorviare il lettore ed invece per fortuna così non è stato. D’altra parte è etico un comportamento che costruisce nel tempo "bene comune" e le azioni di marketing funzionano solo quando producono bene comune…». Lo so bene mio caro Claudio lo interrompo immediatamente, ma è così chiaro? Lo sa chi dirige queste sofisticatissime strategie e, soprattutto, il cliente è consapevole del potere che esercita ogni volta che decide cosa e dove acquistare? «Quando ho iniziato a scrivere, riprende, ero mosso proprio da questa considerazione: la globalizzazione sta paradossalmente "portando acqua" al mulino di una strategia commerciale più etica. Basta pensare ai tracolli che hanno subito le banche coinvolte negli scandali finanziari e alla perdita di fiducia da parte dei consumatori di Volkswagen dopo il "caso" dei motori truccati. Oggi il cliente ha molte più competenze e strumenti per capire se sta acquistando il prodotto giusto nel modo giusto. Così ogni nostro acquisto può diventare un voto pro o contro la politica di marketing di un’azienda e questo sta già influenzando alcune strategie». Peccato che l’idroscalo sia poco conosciuto perché è un luogo perfetto per fare due passi e una chiacchierata come quella di oggi. E se avessero fatto una campagna di marketing sbagliata, ironizzo? «È possibile, riprende Claudio sfruttando la provocazione. Succede spesso di avere tra le mani un prodotto splendido e non riuscire a comunicarlo, così come anche il contrario. Ci sono due aspetti che caratterizzano una strategia di marketing che sviluppa un approccio "etico" ed efficace sul mercato. La prima è la capacità dell’azienda di costruire prodotti e servizi a partire dalla propria identità e dai propri valori di riferimento per fare in modo che proprio questa valorizzazione crei i presupposti per un’offerta di eccellenza visto che oggi spesso è proprio l’unicità a rendere distintiva l’offerta. La seconda è l’abilità di far "toccare con mano" questa distintività ad ogni singolo cliente, attraverso modalità mirate. Nel libro io parlo di un approccio "one to each": io e te, proprio te, perché è proprio questa capacità che da vita a quell’"esperienza di acquisto" che ognuno di noi vorrebbe vivere ogni volta che diveniamo clienti. L’etica nel marketing diventa così un modo di pensare l’azienda e il rapporto con il mercato che permette di uscire da un ottica di breve termine per attivare quel capitale "fiduciario" che è il vero punto d’arrivo di una strategia che lavora su un risultato positivo e sostenibile ». Ripenso alle sue parole e all’Idroscalo mentre mi gusto entrambi e mi chiedo quante cose nuove e interessanti è possibile comprendere quando si crea quell’alchimia che sta tra la curiosità, l’ascolto e un tempo buono che salda i pezzi e li fa diventare futuro.
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