mercoledì 11 dicembre 2019
Sconvolgente l'odio che si è rovesciato su Venezia e i Veneziani: affogate tutti! Adesso tenetevi l'autonomia! E l'odio contro la senatrice Liliana Segre, sopravvissuta alla Shoah, parole irripetibili. Quello contro Matteo Salvini, proiettili in busta. L'odio sessista contro Laura Boldrini, contro Giorgia Meloni, contro Maria Elena Boschi. Quello che ha martoriato Nadia Toffa e altra gente malata o in fin di vita. L'odio contro chi ci ha già lasciati. Contro chi vince, contro chi perde. Contro le donne, soprattutto, da sempre il bersaglio numero uno.
Ha senso distinguere tra odio e odio, a seconda dell'obiettivo e della parte da cui si osserva? Esiste un odio lecito, un odio "buono", un odio che ha ragione e uno che ha torto? E davvero è tutta colpa dei social?
Ormai un secolo fa, nell'estate 1986, Radio Radicale lasciò aperti non-stop e per giorni i suoi microfoni. Furono subito turpiloquio, bestemmie, razzismo, sessismo, cattiveria e malignità, come se di colpo si fosse spalancata un'enorme cloaca di cui non si sospettava l'esistenza, rilasciando il suo contenuto ributtante.
Il fatto è che quella cloaca è sempre lì, e approfitta di qualunque occasione per sversare i suoi liquami, infettando indiscriminatamente, senza distinguere tra un obiettivo e l'altro.
La banalità del male, qualcuna l'ha detto così, e in effetti meglio non si può dire.
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