sabato 5 maggio 2018
Il "sogno americano" è tornato. Contro ogni previsione di economisti e opinion leaders, gli Stati Uniti dell'era Trump sono entrati ufficialmente in regime di piena occupazione. I numeri sono straordinari: nel mese di aprile la disoccupazione è scesa negli Stati Uniti al 3,9%, recuperando completamente gli effetti della crisi dei subprime e tornando addirittura ai livelli dell'età dell'oro dei primi anni Duemila.
Oggi l'economia a stelle e strisce riesce a creare ogni mese più di 200mila posti di lavoro, in gran parte nell'industria manifatturiera. Le fabbriche si rinnovano e si ripopolano da Est a Sud, da Detroit all'Illinois, dal Wisconsin al Michigan, così come sembrano rinascere le grandi aree urbane contigue agli insediamenti industriali che sembravano destinate, solo qualche anno fa, a diventare pericolose città-fantasma.
Naturalmente non è tutto oro ciò che luccica: è giusto ricordare che i salari non crescono (consentendo di tenere sotto controllo l'inflazione) e che c'è un esercito di sotto-occupati (l'8,6% della forza lavoro) costretti ad accettare impieghi part time, precari e poco retribuiti. La piena occupazione, in sostanza, si accompagna a fenomeni molto meno positivi che rendono la società americana sempre più diseguale, schiacciando il ceto medio.
Ma negli Stati Uniti oggi chi cerca un lavoro lo trova sempre, a differenza di quanto accade nella vecchia Europa. È l'effetto della ritrovata competitività del sistema economico statunitense, in grado di intercettare pienamente (e di guidare in gran parte) la crescita globale, e delle "nuove libertà" tipiche dell'era Trump: dall'oppressione burocratica, grazie ad un'intensa attività di deregulation del Governo federale, dal peso delle imposte su persone e aziende, grazie ad una rivoluzione fiscale molto impegnativa (per il bilancio pubblico), dai vincoli ambientali, considerati dall'attuale inquilino della Casa Bianca solo un ostacolo alle attività produttive.
La visione politica e la narrazione quotidiana che provengono dalla Casa Bianca sembreranno ai più "selvagge" e di corto respiro. Ma è un dato di fatto che oggi i cittadini hanno più soldi in tasca e li spendono, in un clima generale di fiducia nel futuro, e che le aziende ottengono sgravi e protezioni insperate tornando ad investire.
È difficile dire quanto questo nuovo "modello americano" sia applicabile nell'Europa del welfare dalla culla alla tomba, della coscienza ambientalista e delle burocrazie pesanti. Non tutti i conti tornano e i poveri d'America non sono affatto salvi, ma è certo utile abbandonare una visione da cabaret dell'amministrazione Trump.
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