Mai le Paralimpiadi avevano avuto tanto spazio sui media. Non sarà ancora abbastanza, ma il progresso è innegabile. Ieri “Repubblica” e “Stampa” avevano due pagine interne con le foto dei medagliati, in tutto e per tutto simili alle pagine analoghe dedicate ai Giochi dei normodotati. La “Stampa” addirittura aveva 24 volti in prima. I commenti si muovono sul crinale accidentato che può far scivolare nel melenso o nel pietistico, ma i risultati sono buoni. Stefano Massini (“Repubblica”, 6/9) scomoda l'Olimpo: «Normodotato (...), aggettivo detestabile. Non era dunque normodotato il dio greco Efesto, che il mito vuole deforme e zoppo, ma alla cui straordinaria forza creativa si debbono le armi degli dei». E la scrittrice Caterina Soffici (“Stampa”, 6/9) ammette la propria commozione: «Se lo sport è emozione, queste Paralimpiadi sono più belle delle altre Olimpiadi perché provocano emozioni più forti (...). Mi sono commossa e ho anche pensato che sono persone da invidiare, ho pensato a quanto sono fortunate rispetto a tante gente che ha tutto ma non riesce ad apprezzare la bellezza e la meraviglia della vita». Di emozione e magia scrive anche Riccardo Signori (“Giornale”, 5/9) a proposito della tripletta sui 100 metri: «Tre ragazze e una gamba: quella che manca a ciascuna di loro lanciata addosso a noi per trascinarci nella magia, nello stupore, nella emozione di una impresa e di un modo di riacchiappare la vita».
La strada però è ancora lunga, e per tanti aspetti. Uno lo ricorda Mattia Chiusano (“Repubblica”, 5/9): «Il rapporto con la disabilità accentua il gap tra nazioni all'avanguardia e altre più in ritardo». Analogo il concetto espresso da Antonio Ruzzo (“Giornale”, 6/9, titolo: «L'ultima vera disuguaglianza. Restano Giochi solo per pochi»): «Potere economico e potere sportivo vanno sempre di pari passo, ma nello sport paralimpico la forbice è più ampia». La base va allargata, come ricorda il presidente del Cip (Comitato italiano paralimpico) Luca Pancalli intervistato da Claudio Arrigoni (“Gazzetta”, 6/9): «Stiamo giocando una partita molto lunga» che riguarda «il diritto allo sport per le persone disabili». La sintesi va lasciata alla medaglia d'oro Ambra Sabatini: «Alle Olimpiadi si creano eroi. Alle Paralimpiadi arrivano gli eroi».
© Riproduzione riservata
ARGOMENTI: