Sullo Ius scholae scoppia il solito conflitto e i quotidiani lo testimoniano in modo palese. Quasi sempre schierandosi. Unanime il giudizio, con la singolare ricorrenza della parola "muro": «La destra fa muro» ("Repubblica", 29/6), «Muro a destra» ("Stampa", 30/6), «La destra fa ostruzionismo» ("Stampa", 29/6). A volte i titoli, travolti dalla necessità di sintetizzare, comprimere e accorciare, peccano di approssimazione, se non di eccesso di entusiasmo. Il "Giornale" (1/7) in prima la dà per fatta: «Il centrodestra blocca lo ius scholae e la cannabis libera» e solo a pagina 8 precisa: «Ecco il piano per farli saltare». Siamo ancora agli auspici e ai progetti. La "Stampa" è tra i più attivi a favore della legge. Sabrina Efionayi (1/7) firma un commento dal titolo: «In classe gli immigrati sono già italiani», che si conclude in una sorta di appassionata arringa: «Nati nello stesso ospedale, sotto la stessa stella, imparando a parlare la stessa lingua e diplomandosi allo stesso istituto superiore: uno è italiano, l'altro no. Oggi è inevitabile una riforma della legge sulla cittadinanza, in modo che queste vite non vengano più viste come invisibili, in un'Italia madre che non ha ancora riconosciuto i suoi figli che dice di amare e che la amano». Sul fronte opposto spicca "Libero", che (30/6) così sintetizza nel titolo il servizio di Giuseppe Valditara: «La cittadinanza va meritata. I giovani immigrati dietro un reato su due. Gli stranieri tra i 14 e i 24 anni sono il 10% della popolazione, ma commettono la metà dei furti, rapine e stupri registrati nel Paese. Li vogliamo tutti italiani?». Attenzione, però. La frase corretta sarebbe: «Tra i 14 e i 24 anni della popolazione, gli stranieri sono il 10%». Imprecisione casuale o voluta? Che un italiano su dieci sia un giovane immigrato è sicuramente impressionante assai. Ma non è vero.
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