Nuovi cardinali e assemblea Cei: così comunica papa Francesco
mercoledì 23 maggio 2018
Nel breve volgere di trenta ore, papa Francesco ha compiuto due atti di governo secondo le modalità del tutto personali alle quali ci ha abituato – trattandosi di atti già compiuti in precedenza – e che continuano a incontrare il favore dei media, specie in Rete. Prima, la domenica 20, ha comunicato i nomi di 14 presuli che il prossimo 29 giugno verranno creati cardinali. Poi, il lunedì 21, ha aperto l'Assemblea generale della Conferenza episcopale italiana con un breve discorso, intervallato da aggiunte “a braccio”, seguito da un lungo incontro a porte chiuse con i confratelli italiani. Piace ai blog esplorare le biografie dei neo-cardinali; raccontare di quelli di loro presi alla sprovvista dalla chiamata a far parte del Sacro Collegio; vedere se tra i non chiamati ve n'è qualcuno che invece se l'aspettava, e perché non c'è e perché se lo aspettava; calcolare con cura la modifica degli equilibri geoecclesiali che le nuove nomine inducono, e provare a indovinarne l'effettiva portata. Piace altrettanto ritrarre i faccia-a-faccia tra il Papa argentino e i vescovi italiani, sempre sorprendenti per la familiarità e il modo diretto con il quale egli si rapporta, oltre che per lo sguardo tutto particolare (vocazioni, povertà, accorpamento le «preoccupazioni» manifestate lunedì) che egli rivolge ogni volta alla nostra comunità ecclesiale. Dispiace solo agli osservatori non poter assistere alla parte in cui parlano i vescovi, essendo un momento in cui «non è peccato criticarlo». Il tema dell'Assemblea della Cei di quest'anno è: «Quale presenza ecclesiale nell'attuale contesto comunicativo»; ieri ne ha parlato il professor Rivoltella, come si riferisce ampiamente in altra parte del giornale. Chissà che, ripetendo gli atti descritti secondo il suo stile, Francesco non abbia inteso dire anche lui qualcosa sull'argomento.
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