Non lapidare neppure con la lingua: un comandamento anche per la Rete
domenica 1 novembre 2015
Per la prima volta da quasi un mese, il tema del Sinodo lascia nuovamente il primato all'attività quotidiana di papa Francesco nella classifica degli argomenti preferiti da chi scrive di attualità ecclesiale su siti e blog; quasi che le centinaia e centinaia di parole "de familia" appena digitate sulle tastiere fossero in procinto di essere dimenticate. In questo la Rete assomiglia a certi nostri ultranonni e ultranonne: come loro sembrano non conservare memoria di quel che hanno mangiato ieri, ma in compenso si ricordano benissimo del bombardamento del 1944, così Internet custodisce vive, e all'occorrenza rilancia, parole anche lontanissime nel tempo, specie quando sono servite a screditare qualcuno, con la stessa naturalezza con la quale, da un'ora all'altra, volta la pagina delle breaking news.Anche pensando a questo fenomeno, mi hanno molto colpito le affermazioni, in sé di portata ben più vasta, fatte ieri da papa Francesco a partire del martirio di monsignor Romero, proseguito, ha testimoniato il Papa, anche dopo che era stato assassinato: «Solo Dio conosce le storie delle persone, e quante volte persone che hanno già dato la loro vita o che sono morte continuano a essere lapidate con la pietra più dura che esiste al mondo: la lingua». Mi hanno colpito perché la Rete si segnala (anche) come un luogo nel quale è assai facile "lapidare con la lingua". Anche tra i cristiani(ancor più fuori, ma i cristiani dovrebbero diversamente distinguersi). E francamente mi ferisce quando vedo la disinvoltura con la quale il nome di figure che hanno servito la Chiesa con la più grande dedizione viene speso, da questo o da quel "polo" delle dispute ecclesiali, per delegittimare l'altro, giacché si ritiene oneroso, rischioso e alla fine inefficace anche solo provare ad ascoltarlo, a considerarne le ragioni interne. Sono consapevole di ripetermi un po' con questi ritornelli. Ma la questione è seria. Anche quando non si arriva a quella cosa tremendamente seria e santa che è il martirio.
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